Eccomi nuovamente qui,
è arrivato infatti il momento di dare il via al giorno dedicato agli Autori Emergenti.
Oggi sarà mia ospite Sara Wood e il suo libro che parla di "cervelli in fuga".
“Prendi una valigia da ventitré chili e mettici tutta la tua vita dentro. Seleziona bene cosa è importante e cosa no. Porta solo ciò che è strettamente utile: il computer, i vestiti e tutti quei documenti che servono a provare che esisti; perché andrai in una nazione dove, della tua esistenza, non importa niente a nessuno. I ricordi e il tuo passato li devi lasciare indietro. Al massimo porta qualche foto,... per non dimenticare chi sei.“
E‘ così che incomincia “Io ti Vedo”, un libro che parla di un fenomeno in crescita degli ultimi anni: l’emigrazione di giovani. Frutto della globalizzazione o di ribellione contro il crescente nepotismo, i giovani emigrano in Nord Europa, nel Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico diventando “expat”, una comunità che raramente si integra nella nazione di arrivo e che pian piano perde il contatto con la nazione di origine. Una comunità di persone dimenticata.
Se sei un autore emergente e vorresti anche tu il tuo spazio nella Pagina 69 pui inviarmi il tuo materiale a gattolibraio@libero.itè arrivato infatti il momento di dare il via al giorno dedicato agli Autori Emergenti.
Oggi sarà mia ospite Sara Wood e il suo libro che parla di "cervelli in fuga".
Pagina 69
“Prendi una valigia da ventitré chili e mettici tutta la tua vita dentro. Seleziona bene cosa è importante e cosa no. Porta solo ciò che è strettamente utile: il computer, i vestiti e tutti quei documenti che servono a provare che esisti; perché andrai in una nazione dove, della tua esistenza, non importa niente a nessuno. I ricordi e il tuo passato li devi lasciare indietro. Al massimo porta qualche foto,... per non dimenticare chi sei.“
E‘ così che incomincia “Io ti Vedo”, un libro che parla di un fenomeno in crescita degli ultimi anni: l’emigrazione di giovani. Frutto della globalizzazione o di ribellione contro il crescente nepotismo, i giovani emigrano in Nord Europa, nel Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico diventando “expat”, una comunità che raramente si integra nella nazione di arrivo e che pian piano perde il contatto con la nazione di origine. Una comunità di persone dimenticata.
Autore Emergente se ti sei appena sintonizzato sul mio
blog, il giovedì è dedicato a te quindi scegli come vuoi avere un po' di
visibilità (segnalazione o pagina 69) e invia un email a gattolibraio@libero.it con il libro
Sia per la pagina 69 che per la segnalazione dovrai inviarmi il seguente materiale:
- Libro da segnalare
- Piccolo estratto a piacere del libro
- Biografia
- Foto autore/autrice o qualcosa che vi rappresenti
Avviso: Tutte le email sprovviste di questo materiale non saranno neanche prese in considerazione
Sia per la pagina 69 che per la segnalazione dovrai inviarmi il seguente materiale:
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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
IO TI VEDO - SARA WOOD
Editore: Leone
Prezzo: € 12,90
Pagine: 292
Uscita: 27 Luglio 2017
Pagine: 292
Uscita: 27 Luglio 2017
Laura e Nicholas si sono separati dopo una breve ma intensa relazione d'amore a Copenaghen. Lei è una giovane italiana laureata in ingegneria e adesso vive a Doha, in Qatar, dove sempre più sola si dedica intensamente al lavoro. Lui, invece, si è trasferito a Hong Kong e, oppresso dai rimorsi per il modo in cui si è lasciato con Laura, parte alla ricerca della ragazza, che è rimasta nel frattempo coinvolta in un grave incidente stradale. Attraverso il diario della sua ex fidanzata, Nicholas riuscirà a ricomporne l'esistenza: la vita da expat, i pregiudizi verso una donna in carriera che non vuole figli, la solitudine e la depressione, gli sport estremi, la discriminazione razziale, il contrasto tra le diverse culture.
"Con l’università iniziò la mia ossessione per gli sport. Continuavo a
fare karate ma non mi bastava, e allora mi cimentai con il windsurf. In
realtà avevo già cominciato alla fine del liceo. Lo avevo visto fare al
mare, a Fregene e a Ostia. All'inizio fu difficile, perché non riuscivo a
tenere allineate la vela e la tavola e bastava un colpo di vento per
fare «l’elicottero» e piombare in acqua.
Il mio insegnante era scorbutico e aveva poca voglia di insegnare a una ragazzina di poco meno di cinquanta chili, lui che era abituato ai ragazzi. Diceva che presto mi sarei stancata e che entro la stagione avrei mollato tutto per passare ad attività più femminili, come prendere la tintarella su una sdraio o andare a fare shopping di bikini. Ma io non mi sono stancata e non ho mai smesso.
A vent’anni planavo sulle onde come tutti gli altri, con la differenza che io ero una donna e gli altri tutti uomini."
Il mio insegnante era scorbutico e aveva poca voglia di insegnare a una ragazzina di poco meno di cinquanta chili, lui che era abituato ai ragazzi. Diceva che presto mi sarei stancata e che entro la stagione avrei mollato tutto per passare ad attività più femminili, come prendere la tintarella su una sdraio o andare a fare shopping di bikini. Ma io non mi sono stancata e non ho mai smesso.
A vent’anni planavo sulle onde come tutti gli altri, con la differenza che io ero una donna e gli altri tutti uomini."
"Non sono mai riuscita a capire perché gli uomini si scontrino su
una delle verità più banali: che siamo tutti uguali. Bianco, nero,
marrone, rosso e giallo… Tutti uomini, con due braccia, due gambe, due
occhi disposti simmetricamente rispetto a un’asse centrale nel quale,
poco a sinistra, batte un cuore che
funziona per tutti alla stessa identica maniera. Nessuno ha diritto di
supremazia sugli altri. Nessuno ha il diritto di dettare legge, di
invadere ed espropriare la terra degli altri, di credersi eletto o di
portare avanti una guerra santa. Non c’è nulla di meno santo di una
guerra e di meno eletto di un uomo uguale a tutti gli altri.
Nessuno di noi ha il diritto di sfruttare un popolo più povero per
aumentare la propria ricchezza. Di sottopagarlo, umiliarlo, farlo
lavorare in condizioni disumane. Nessuno sembra capire che dove nasciamo
e quando non è una cosa che decidiamo noi. Capita. Un giorno apriamo
gli occhi e siamo qui… e questo «qui» determina il colore della pelle,
la nostra religione e il cibo che mangeremo.
Il mondo è come una scatola di colori in mano a un bambino. Per fare un bel disegno, i colori servono tutti. Se ne buttiamo via alcuni, rischiamo di vivere in un mondo monocromatico."
Il mondo è come una scatola di colori in mano a un bambino. Per fare un bel disegno, i colori servono tutti. Se ne buttiamo via alcuni, rischiamo di vivere in un mondo monocromatico."
BIOGRAFIA
Sara Wood
Sara Wood
Sono un cervello in fuga. Sono emigrata dall’Italia
circa 10 anni fa. Il lavoro ce l’avevo ma mi sentivo in gabbia e quello
che facevo era lontano anni luce da quello che potevo e volevo fare. Il
prima distacco dall’Italia è stato traumatico e la ripresa molto
faticosa. Ma dopo il primo salto “nel vuoto”, i successivi sono stati
più semplici. Ci si abitua a fare le valigie, dire addio al proprio
appartamento, la città, gli amici, gli hobby e ricominciare da zero in
un’altra nazione, un altro clima, un altro ambiente. L’abitudine a volte
è l’unica arma che abbiamo per sopravvivere.
Ho
abitato in Danimarca, poi Medio Oriente, Stati Uniti ora Inghilterra.
Essere un cervello in fuga vuol dire essere un nomade, uno straniero
perenne.,.un albero senza radici.
Se volete potete acquistare il suo libro direttamente dal link qui sotto.
Confermo la mia idea, sembra proprio un bel libro ❤️
RispondiEliminaApprezzo moltissimo lo spirito di adattamento di quest'autrice, io non so se ci riuscirei :(
Il libro mi incuriosisce davvero tanto, gli estratti che avete scelto non fanno che suscitare la voglia di leggerlo!! ❤️
Carino il video. ❤️