Buon pomeriggio readers,
nuovo appuntamento dedicato agli Autori Emergenti, oggi nella Rubrica di Pagina 69 ospiteremo Marina Atzori e il suo libro "Ladybug Storia di una ghostwriter".
Pagina 69
Autore Emergente se ti sei appena sintonizzato sul mio
blog, il giovedì è dedicato a te quindi scegli come vuoi avere un po' di
visibilità (segnalazione o pagina 69) e invia un email a gattolibraio@libero.it con il libro
Sia per la pagina 69 che per la segnalazione dovrai inviarmi il seguente materiale:
- Libro da segnalare
- Piccolo estratto a piacere del libro
- Biografia
- Foto autore/autrice o qualcosa che vi rappresenti
Avviso: Tutte le email sprovviste di questo materiale non saranno neanche prese in considerazione
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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
LADY BUG - STORIA DI UNA GHOSTWRITER
MARINA ATZORI
MARINA ATZORI
Prezzo: ebook € 0,99
Pagine: 211
“Basta poco per avere paura in Sardegna, ma basta ancora meno di quel poco per innamorarsene perdutamente.”
Iglesias, parola d'ordine: destino. Sebastiano Melis, apicoltore e appassionato di scrittura, sfogliando alcuni testi di Storia, riscopre il fascino della sua terra, la Sardegna. L'atmosfera affascinante e suggestiva di Ingurtosu, frazione semi abbandonata del Medio Campidano, incoraggia l'uomo a riflettere sui soprusi e le ingiustizie subiti negli anni, dal popolo sardo. Durante le ricerche, al Parco Geominerario del Sulcitano, si verificano alcuni singolari episodi che lo mettono in seria difficoltà. L'uomo oltre ad occuparsi delle sue arnie, alla sera si immerge totalmente nella lettura di un misterioso manoscritto custodito in soffitta che gli scombussola l'esistenza e non poco. Sebastiano, a quel punto, deve fare i conti con se stesso e il suo passato. Nel frattempo, Mario Congiu, web journalist e amico d'infanzia di Sebastiano, deve darsi da fare nel tentativo di trovare un ghostwriter disposto a romanzare la vita di un ex bandito, Salvatore Marras. Ladybug è la prescelta. La ‘scrittrice fantasma’ accetta l’incarico non senza riserve e scrive, per la prima volta, sottostando a determinate regole e condizioni. A causa del libro commissionato, Tarsilia, sorella di Salvatore, e unico bastone della vecchiaia dell’ex detenuto, si scontra faccia a faccia con gli imprevisti e una realtà scomoda, difficile da accettare, forse. Un libro fatto di strade e di vite, che si incrociano senza un apparente motivo. La fatalità gioca un ruolo determinante nelle scelte di tutti i personaggi, costringendoli a chiudere le porte aperte e i conti in sospeso con ciò che è stato. In fondo, non è sempre detto che il rancore debba cedere il posto al perdono, dipende. Fino a che punto sareste disposti ad abbandonare il ricordo di qualcosa o qualcuno che vi ha feriti profondamente? Tutto dipenderà dalla risposta che darete a questa domanda.
ESTRATTO
Mi è stato detto che non sarei potuta tornare, che sarei dovuta scappare, lontano, più lontano che potevo.
Non ci sono riuscita.
Sono rimasta. Almeno con il cuore, almeno con gli occhi e con i libri.
La mia Isola è stata una catena di monti che ha inglobato i più terribili dei segreti e ha nascosto, nel contempo, teste chine e ubbidienti, piegate al volere di altri, perché mancava il necessario per vivere.
In mezzo alle bacche e alle spine degli agrifogli c’è stato un fuoco domato da una ribellione messa a tacere.
Nel verde Ogliastrino ci sono state le fiamme dell’Inferno, la magia no, non c’è stata più.
Ma chi può dirlo dove fosse andato a spegnersi l’incantesimo?
Forse in una caverna preistorica trasformata in una reggia per l’occasione.
Ma Dio solo lo sa!
Non ci sono riuscita.
Sono rimasta. Almeno con il cuore, almeno con gli occhi e con i libri.
La mia Isola è stata una catena di monti che ha inglobato i più terribili dei segreti e ha nascosto, nel contempo, teste chine e ubbidienti, piegate al volere di altri, perché mancava il necessario per vivere.
In mezzo alle bacche e alle spine degli agrifogli c’è stato un fuoco domato da una ribellione messa a tacere.
Nel verde Ogliastrino ci sono state le fiamme dell’Inferno, la magia no, non c’è stata più.
Ma chi può dirlo dove fosse andato a spegnersi l’incantesimo?
Forse in una caverna preistorica trasformata in una reggia per l’occasione.
Ma Dio solo lo sa!
Sempre caverna è stata, e per gli incantesimi, no, non era proprio il momento.
Sul Gennargentu gli incantesimi potevano trasformarsi ben presto in sortilegi e atroce malinconia.
Durante quel groviglio di paura, in cui ho provato odio, un odio intraducibile su un pezzo di carta, ho capito. Ho capito come si poteva rispettare tanto, anche chi, mi aveva ferita a morte pur senza coltelli.
Se fossero stati coltelli veri… invece era rabbia, rabbia che uccide, rabbia che divora.
Un rancore tale da sconvolgere i miei sentimenti per quello che pensavo fosse un angolo di Paradiso. In quei luoghi austeri i miei sensi sono diventati acuti come quelli di un felino. Ho riconosciuto i suoni più lievi e appena accennati, ho saputo fare miei ogni alba e ogni tramonto.
Ma il sole dov’era, per Dio!
Ho tanto desiderato di essere un astuto rapace, e di prevedere, le mosse false dei miei nemici, alla sommità della quercia più alta.
Ma è stato lì, dove le ghiandaie imitavano dolci melodie, e i falchi puntavano lepri indifese, che ho sentito l’eco di quelle profezie impadronirsi di pochi spiragli di luce.
Nei campi riarsi e brulli, sono sprofondate per sempre le mie radici.
Questa testimonianza è maturata nel tempo. Un tempo detestato con tutte le mie forze e di cui, a un certo punto, non ho più potuto tenere conto.
E allora ho scritto, senza sapere che ora fosse, senza sapere se fosse estate o inverno. Ma io freddo ne ho avuto lo stesso e ho tremato. Ho tremato come solo una foglia sa fare.
Credetemi.
Il tempo ha avvolto i ricordi in un canovaccio di pensieri, anche quelli di cui non avrei mai più voluto proferire verbo. Perciò li ho scritti, senza fare troppo rumore, in questa lettera, fingendo, per una volta, di non sentirmi osservata.
Ho scritto credendo di essere piccola e capace di nascondermi sotto una lente flebile e trasparente, tra una pagina abbassata su un’altra, in mezzo a poche righe buttate giù di getto.
No, non sono stata abbastanza forte per riuscire a sparire del tutto, non qui, non adesso.
MARINA ATZORI
Marina Atzori è nata a Chivasso (TO), si è diplomata all'Istituto Magistrale Di Cuneo e ha studiato Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Torino. Appassionata di libri, di musica, di psicologia e di legge. Giustizia e meritocrazia sono due valori a cui non potrebbe mai rinunciare. Non a caso, il suo motto è: "Scrivo per legittima difesa". Adora la Natura, il mare e la sua Terra, la Sardegna, vere e proprie muse ispiratrici di tutti i suoi romanzi. È scrittrice di Narrativa Contemporanea, poetessa, webwriter freelance e blogger. Ha seguito corsi di specializzazione in materia editoriale e non solo: Digital Contentents Editor (sviluppo video/ideazione/editing di contenuti multimediali e infografica), editing e Copy editing. talent scouting, fotogiornalismo, personal branding, blogging, PNL (Programmazione Neuro Linguistica), Risorse Umane e comunicazione interpersonale. Ha scritto sette libri e ha partecipato, con racconti brevi e poesie, ad alcune Antologie di autori vari, ricoperto il ruolo di giurato all'interno di alcuni concorsi letterari e collaborato con differenti blog di scrittura. Attualmente si occupa di servizi editoriali e cura il suo blog personale Verba Spinosa. Uno dei suoi sogni è uscito dal cassetto nel 2014... continuare a scrivere per fuggire dal mondo in cui viviamo. Il secondo è sui blocchi di partenza. Unico indizio: "Pachamama work in progress".
Molto interessante :D
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