Buongiorno readers,
come avete passato la settimana? Visto che la scorsa è stata abbastanza movimentata questa volta mi sono solo riposata... ora però è arrivato il momento di presentarvi la prima tappa del Blogtour dedicato ad un libro veramente bello: Un'ombra sul fiume, di Maria Elisabetta Ranghetti.
Leggete attentamente questo post perchè avrete anche la possibilità di ricevere una copia del libro in edizione speciale fuori commercio, autografata dall'autrice e gentilmente messa a disposizione dall'ufficio stampa Lettera Effe che si occupa della promozione di questo romanzo.
come avete passato la settimana? Visto che la scorsa è stata abbastanza movimentata questa volta mi sono solo riposata... ora però è arrivato il momento di presentarvi la prima tappa del Blogtour dedicato ad un libro veramente bello: Un'ombra sul fiume, di Maria Elisabetta Ranghetti.
Leggete attentamente questo post perchè avrete anche la possibilità di ricevere una copia del libro in edizione speciale fuori commercio, autografata dall'autrice e gentilmente messa a disposizione dall'ufficio stampa Lettera Effe che si occupa della promozione di questo romanzo.
Un'ombra sul fiume
di Maria Elisabetta Ranghetti
Editore: EKT Edikit
Prezzo: € 16,00 (€ 4,99 ebook)
Pagine: 279
Uscita: 24 Settembre 2018
Belfast, 1972: all’indomani della Bloody Sunday Kitty, una ragazza irlandese dei quartieri cattolici, si unisce all’IRA e alla lotta indipendentista.
Negli anni ’80 Kyros, un talentuoso fotografo londinese, si trasferisce a Belfast affascinato dalla lotta repubblicana per immortalare la Storia, ma verrà travolto dall’orrore della guerra.
Nel 2008, a dieci anni dalla fine del conflitto in Irlanda del Nord, Eva, artista dublinese, si reca a Londra per l’esposizione dei suoi quadri e lì incontra un uomo dal passato oscuro che segnerà per sempre la sua vita.
Sullo sfondo di una delle pagine più controverse della Storia europea contemporanea s’intrecciano, in un crescendo di suspense che travolge fino all’ultima pagina, le vicende di un’umanità segnata da ferite ma capace al tempo stesso di lottare per la vita.
Un’ombra sul fiume riconferma l’abilità dell’autrice che, in un avvincente gioco di colpi di scena, porta il lettore dalla Belfast degli anni settanta alla Londra del nuovo millennio passando per New York e Dublino.
Un libro sulla forza dell’amore e della Storia che tutto sbaraglia come un fiume in piena.
PRESENTAZIONE LIBRO & CURIOSITà SULL'AUTRICE
In Un'ombra sul fiume troverete la storia di tre personaggi completamenti diversi tra loro: una combattente dell’Ira, un'artista dublinese e un fotografo dalla storia complicata e travagliata.
Le loro vite si intrecceranno durante tutto il periodo del conflitto nordirlandese e il lettore si ritroverà catapultato, tra la Belfast degli anni settanta alla Londra del nuovo millennio passando tra l'altro anche per New York e Dublino.
Ma visto che le mie colleghe vi parleranno già del libro, andiamo a conoscere la penna che gli ha dato vita...
Prima di tutto benvenuta nel mio piccolo spazio virtuale e partiamo subito con la domanda di rito...Chi è Maria Elisabettaa Ranghetti e cosa fa nella vita oltre a scrivere.
La ringrazio per l’attenzione e lo spazio accordati. Nella mia vita mi occupo di molte cose, interessi e passioni che coltivo al di fuori del lavoro, ma credo che la parola viaggiatrice sia quella che mi definisca meglio. Viaggiare con la mente tramite la lettura in primis, ma anche scoprire paesi nuovi o rivederne alcuni già visitati camminando sulle mie gambe. Sono una lettrice vorace e molto esigente: i libri sono finestre sulla Storia e sull’animo umano. Il viaggio per me è una dimensione fondamentale che include anche quello della mia quotidianità lavorativa che mi mette in contatto con molte persone: mi fa crescere, mi rende capace di coltivare mondi interiori. Sia i viaggi sia i libri sono oggetto degli articoli che pubblico sul mio blog, I viaggi delle parole, che il lettore può trovare all’indirizzo http://elisabettaranghetti.com
"Nessuna storia può essere ascoltata solo da una parte perchè ogni parte ha un lato oscuro e uno di luce che assieme creano l'essenza del cuore umano"... nel suo romanzo, Un'ombra sul fiume, qual è la parte oscura e quella di luce.
Definire in maniera netta la luce e l’oscurità è impossibile perché si mischiano all’interno di ogni personaggio e nella vicenda stessa. La guerra è di per sé oscurità, ma in essa ci sono sprazzi di luce, storie ordinarie che permettono di sperare nonostante il dolore e la morte. Così come la pace ha pieghe oscure. Il buio e la luce creano l’impasto umano. Non esistono buoni e cattivi schierati su barricate distinte e contrapposte. La guerra genera vittime e carnefici su ogni fronte. Ogni popolo è l’insieme di più persone e ogni persona è un misto di luce e ombra. Ecco perché scrivo della necessità di ascoltare la Storia da più parti e la racconto in una forma corale che dà voce a più punti di vista tramite i personaggi che la animano con le loro vicende private.
Il conflitto nordirlandese nonostante sia durato anni, se non ricordo male tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni novanta, non è una guerra su cui si sono posti molti riflettori... come è nata l'idea di costruirci sopra una storia?
L’interesse per i Troubles è nato quando, da bambina, sentivo i commenti preoccupati dei mie genitori davanti ai servizi televisivi dell’epoca. Negli ultimi anni è sorta l’esigenza di capire meglio quel conflitto che si è rivelato molto complesso e poco documentato. Da qui l’idea di scrivere una storia per poter raccontare una zona periferica dell’Europa trascurata. Ogni scrittore, del resto, scrive le storie che vorrebbe leggere e che non ha trovato scritte da nessun altro.
Quale messaggio ha voluto inviare al lettore con il suo libro?
Non ho un messaggio specifico. Volevo raccontare una vicenda che ponesse l’attenzione su un momento storico dimenticato. Dai feedback dei lettori sto capendo che questo libro è percepito come un romanzo contro la guerra per il modo forte con cui dipingo il conflitto. Forse è questo il suo significato ultimo: far capire cosa sia il dolore e a quali conseguenze disumane portino le guerre.
Come è stato il percorso che l'ha portata a pubblicare Un'ombra sul fiume? Ci può spiegare come è andata, siamo curiosi…
E’ stato un percorso lungo e faticoso. Non mi riferisco alla pubblicazione in sé: sono al mio terzo romanzo con un editore che ha già pubblicato i primi due e continua a darmi fiducia. Mi riferisco ai quattro anni di duro lavoro che stanno dietro a questo libro. Un’ombra sul fiume è un testo che racconta i Troubles nord-irlandesi facendo leva su storie d’amore e su elementi di thriller, ma di base è un romanzo storico. Per scrivere romanzi come questo talvolta occorrono anni di ricerche e di viaggi per conoscere i luoghi descritti: Belfast, Londra, Dublino non sono un setting che ho immaginato, sono luoghi che ho visitato più volte, che conosco bene. In italiano c’è scarsa documentazione a livello saggistico e narrativo; ho dovuto armarmi di pazienza, leggere molti libri in lingua in originale e fare la pendolare verso il Regno Unito e l’Irlanda per parlare con la gente del posto, capire, approfondire, trovare testi, vedere coi miei occhi le vie di Belfast e Derry un tempo devastate dalla guerra. In Italia sono stata aiutata da storici, esperti di geopolitica e giornalisti specializzati su quest’argomento che sono pochi ma per fortuna molto disponibili Per scrivere un libro così non si può rimanere incollati alla scrivania e lavorare di fantasia, quanto meno non si può solo fare questo: ci si deve muovere e fare molta ricerca che implica tempo e fatica. Tutto questo si è coniugato con la mia creatività e la mia competenza letteraria data da anni di studi umanistici.
Parlando di libri in generale, qual è il libro che Le ha lasciato un segno indelebile e perché?
Non c’è un solo libro che mi ha lasciato un segno indelebile, ce ne sono diversi e ogni anno ne scopro di nuovi. Il primo che mi viene in mente è Qohelet, il libro biblico più laico che conosca, capace di scavare nell’animo umano con la forza di frasi icastiche e potenti. Virginia Woolf è una cara amica, i suoi testi sono compagni di viaggio indispensabili. Danny l’eletto di Chaim Potok è stato il filo conduttore di Corri più che puoi, il mio secondo romanzo. Anonimo veneziano di Berto – che ho recensito da poco sul mio blog- mi ha segnata col suo scavo psicologico. La scrittura di Guareschi è un esempio fondamentale da seguire; se dovessi tenere un corso di scrittura lo metterei tra le letture obbligate assieme e D’Annunzio e Pirandello perché sono indispensabili per imparare a scrivere nella nostra lingua. I Peanuts e Mafalda, nell’ambito dei fumetti, sono portavoce di filosofie espresse con un sorriso sulle labbra. Potrei citarne altri, la lista è lunga soprattutto se penso agli scrittori israeliani verso i quali ho un grosso debito di riconoscenza e che leggo sempre con piacere.
Siamo purtroppo arrivati al momento dei saluti… ma prima di lasciarci le volevo domandare due piccola curiosità… Vista la scelta della copertina, ama la fotografia?
Sta già lavorando ad un prossimo libro?
Amo molto la fotografia, non è casuale la scelta di avere come protagonista un fotografo. Anni fa seguii corsi per imparare a fotografare correttamente e a usare la reflex. Ora, per ragioni logistiche e di tempo, sfrutto solo la compatta. Vado spesso a vedere mostre fotografiche, tra i fotografi che più amo di sono Steve McCurry e Robert Capa. Vedo la realtà per inquadrature e scene filmiche, elementi che hanno influenzato molto la mia scrittura.
Per quanto concerne progetti futuri, posso solo dire che scrivo sempre, ma che, per motivi di discrezione, non ne faccio mai cenno in itere. Credo che il lettore debba concentrarsi sui libri che sto offrendogli nel momento presente con la certezza che sono sempre al lavoro. Un po’ di mistero rende tutto più intrigante.
La ringrazio per l’attenzione e lo spazio accordati. Nella mia vita mi occupo di molte cose, interessi e passioni che coltivo al di fuori del lavoro, ma credo che la parola viaggiatrice sia quella che mi definisca meglio. Viaggiare con la mente tramite la lettura in primis, ma anche scoprire paesi nuovi o rivederne alcuni già visitati camminando sulle mie gambe. Sono una lettrice vorace e molto esigente: i libri sono finestre sulla Storia e sull’animo umano. Il viaggio per me è una dimensione fondamentale che include anche quello della mia quotidianità lavorativa che mi mette in contatto con molte persone: mi fa crescere, mi rende capace di coltivare mondi interiori. Sia i viaggi sia i libri sono oggetto degli articoli che pubblico sul mio blog, I viaggi delle parole, che il lettore può trovare all’indirizzo http://elisabettaranghetti.com
"Nessuna storia può essere ascoltata solo da una parte perchè ogni parte ha un lato oscuro e uno di luce che assieme creano l'essenza del cuore umano"... nel suo romanzo, Un'ombra sul fiume, qual è la parte oscura e quella di luce.
Definire in maniera netta la luce e l’oscurità è impossibile perché si mischiano all’interno di ogni personaggio e nella vicenda stessa. La guerra è di per sé oscurità, ma in essa ci sono sprazzi di luce, storie ordinarie che permettono di sperare nonostante il dolore e la morte. Così come la pace ha pieghe oscure. Il buio e la luce creano l’impasto umano. Non esistono buoni e cattivi schierati su barricate distinte e contrapposte. La guerra genera vittime e carnefici su ogni fronte. Ogni popolo è l’insieme di più persone e ogni persona è un misto di luce e ombra. Ecco perché scrivo della necessità di ascoltare la Storia da più parti e la racconto in una forma corale che dà voce a più punti di vista tramite i personaggi che la animano con le loro vicende private.
Il conflitto nordirlandese nonostante sia durato anni, se non ricordo male tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni novanta, non è una guerra su cui si sono posti molti riflettori... come è nata l'idea di costruirci sopra una storia?
L’interesse per i Troubles è nato quando, da bambina, sentivo i commenti preoccupati dei mie genitori davanti ai servizi televisivi dell’epoca. Negli ultimi anni è sorta l’esigenza di capire meglio quel conflitto che si è rivelato molto complesso e poco documentato. Da qui l’idea di scrivere una storia per poter raccontare una zona periferica dell’Europa trascurata. Ogni scrittore, del resto, scrive le storie che vorrebbe leggere e che non ha trovato scritte da nessun altro.
Quale messaggio ha voluto inviare al lettore con il suo libro?
Non ho un messaggio specifico. Volevo raccontare una vicenda che ponesse l’attenzione su un momento storico dimenticato. Dai feedback dei lettori sto capendo che questo libro è percepito come un romanzo contro la guerra per il modo forte con cui dipingo il conflitto. Forse è questo il suo significato ultimo: far capire cosa sia il dolore e a quali conseguenze disumane portino le guerre.
Come è stato il percorso che l'ha portata a pubblicare Un'ombra sul fiume? Ci può spiegare come è andata, siamo curiosi…
E’ stato un percorso lungo e faticoso. Non mi riferisco alla pubblicazione in sé: sono al mio terzo romanzo con un editore che ha già pubblicato i primi due e continua a darmi fiducia. Mi riferisco ai quattro anni di duro lavoro che stanno dietro a questo libro. Un’ombra sul fiume è un testo che racconta i Troubles nord-irlandesi facendo leva su storie d’amore e su elementi di thriller, ma di base è un romanzo storico. Per scrivere romanzi come questo talvolta occorrono anni di ricerche e di viaggi per conoscere i luoghi descritti: Belfast, Londra, Dublino non sono un setting che ho immaginato, sono luoghi che ho visitato più volte, che conosco bene. In italiano c’è scarsa documentazione a livello saggistico e narrativo; ho dovuto armarmi di pazienza, leggere molti libri in lingua in originale e fare la pendolare verso il Regno Unito e l’Irlanda per parlare con la gente del posto, capire, approfondire, trovare testi, vedere coi miei occhi le vie di Belfast e Derry un tempo devastate dalla guerra. In Italia sono stata aiutata da storici, esperti di geopolitica e giornalisti specializzati su quest’argomento che sono pochi ma per fortuna molto disponibili Per scrivere un libro così non si può rimanere incollati alla scrivania e lavorare di fantasia, quanto meno non si può solo fare questo: ci si deve muovere e fare molta ricerca che implica tempo e fatica. Tutto questo si è coniugato con la mia creatività e la mia competenza letteraria data da anni di studi umanistici.
Parlando di libri in generale, qual è il libro che Le ha lasciato un segno indelebile e perché?
Non c’è un solo libro che mi ha lasciato un segno indelebile, ce ne sono diversi e ogni anno ne scopro di nuovi. Il primo che mi viene in mente è Qohelet, il libro biblico più laico che conosca, capace di scavare nell’animo umano con la forza di frasi icastiche e potenti. Virginia Woolf è una cara amica, i suoi testi sono compagni di viaggio indispensabili. Danny l’eletto di Chaim Potok è stato il filo conduttore di Corri più che puoi, il mio secondo romanzo. Anonimo veneziano di Berto – che ho recensito da poco sul mio blog- mi ha segnata col suo scavo psicologico. La scrittura di Guareschi è un esempio fondamentale da seguire; se dovessi tenere un corso di scrittura lo metterei tra le letture obbligate assieme e D’Annunzio e Pirandello perché sono indispensabili per imparare a scrivere nella nostra lingua. I Peanuts e Mafalda, nell’ambito dei fumetti, sono portavoce di filosofie espresse con un sorriso sulle labbra. Potrei citarne altri, la lista è lunga soprattutto se penso agli scrittori israeliani verso i quali ho un grosso debito di riconoscenza e che leggo sempre con piacere.
Siamo purtroppo arrivati al momento dei saluti… ma prima di lasciarci le volevo domandare due piccola curiosità… Vista la scelta della copertina, ama la fotografia?
Sta già lavorando ad un prossimo libro?
Amo molto la fotografia, non è casuale la scelta di avere come protagonista un fotografo. Anni fa seguii corsi per imparare a fotografare correttamente e a usare la reflex. Ora, per ragioni logistiche e di tempo, sfrutto solo la compatta. Vado spesso a vedere mostre fotografiche, tra i fotografi che più amo di sono Steve McCurry e Robert Capa. Vedo la realtà per inquadrature e scene filmiche, elementi che hanno influenzato molto la mia scrittura.
Per quanto concerne progetti futuri, posso solo dire che scrivo sempre, ma che, per motivi di discrezione, non ne faccio mai cenno in itere. Credo che il lettore debba concentrarsi sui libri che sto offrendogli nel momento presente con la certezza che sono sempre al lavoro. Un po’ di mistero rende tutto più intrigante.
MARIA ELISABETTA RANGHETTI
Classe
1977, laureata in Lettere moderne con una tesi sulla Shoah Foundation di S. Spielberg. Esordisce nel 2015 col romanzo Oltre il mare di Haifa di EKT Edikit.
Nel 2017 pubblica il suo secondo romanzo, Corri
più che puoi, sempre per EKT Edikit. Entrambi i romanzi – presentati a
Gerusalemme e Haifa - narrano, in forme diverse, il conflitto
israelo-palestinese di cui è profonda conoscitrice. Da poco è uscito il suo
terzo romanzo, Un’ombra sul fiume
(EKT Edikit 2018), che racconta i Troubles
nord-irlandesi.
Per Neos Edizioni ha scritto
il racconto Il battito delle ore pubblicato nell’antologia Natale a
Milano- città di ordinarie follie (2018).
Se volete sbirciare il suo blog potete cliccare QUI
calendario e giveaway
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Non perdetevi quindi le altre tappe di questo fantastico Blogtour.
19 novembre: presentazione BT con intervista - Il salotto del gatto libraio
20 novembre: ambientazione e approfondimento sull'Irlanda - Uno studio in rosa
21 novembre: periodo storico - Desperate Bookswife
22 novembre: i personaggi - Un libro per amico
23 novembre: excursus sul mondo della fotografia e sul suo ruolo nel romanzo - Diario di un sogno
che bella questa intervista, si legge tutta d'un fiato! il libro sembra assai interessante! ;)
RispondiEliminaLuigi Dinardo
luigi8421@yahoo.it