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PAGINA 69#79

Eccomi nuovamente qui readers,
è infatti arrivato il momento di scoprire l'autore, anzi le autrici perchè oggi sono due, ospiti della Rubrica di Pagina 69.
Pagina 69

Se sei un autore emergente e vorresti anche tu il tuo spazio nella Pagina 69 pui inviarmi il tuo materiale a gattolibraio@libero.it

Autore Emergente se ti sei appena sintonizzato sul mio blog, il giovedì è dedicato a te quindi scegli come vuoi avere un po' di visibilità (segnalazione o pagina 69) e invia un email a gattolibraio@libero.it con il libro 

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- Libro da segnalare
- Piccolo estratto a piacere del libro
- Biografia
- Foto autore/autrice o qualcosa che vi rappresenti

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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
 
MELYZA - ALBERTO LO IACONO

Genere: Fantasy
Prezzo:
€ 13,51 (€ 2,99 ebook)
Editore: Lettere Animate
Pagine: 197
Pubblicazione: Settembre 2018

Il Prigioniero aspettava nelle tenebre della sua cella, senza più cibo né acqua. Senza più concezione né dello spazio né del tempo. In un’oscurità tale da confondere veglia e sogno, la sua mente vagava in ragionamenti sempre più contorti. Fino a quando, aspettando una morte che sembrava continuare a tardare, la libertà gli fu offerta. Ad attenderlo, per destino o per fato, una giovane donna di nome Melyza. Tuttavia, lasciando alle sue spalle la cella, il Prigioniero non poteva sapere quanto di sé stesso stava abbandonando dietro quelle sbarre…

ESTRATTO
Un giorno.
Un uomo si svegliò. L'oscurità era tale da non poter neanche discernere se teneva veramente gli occhi aperti, se non per il movimento delle proprie palpebre.
Il pavimento di pietra era freddo a contatto con i piedi nudi e l'aria gelida.
Tutto il suo corpo tremava ed un dolore diffuso lo attanagliava.
“Dove sono? Cosa mi è successo?” furono i suoi primi pensieri.
Annaspando, come alla ricerca d’aria, si alzò aggrappandosi alla parete. Questo movimento, che un tempo avrebbe compiuto senza sforzo alcuno, adesso lo estenuava. Esplorò lentamente la stanza, fermandosi a recuperare fiato ad ogni doloroso passo.  Il sospetto si fece pian piano certezza quando le sue dita si scontrarono con il ferro freddo delle sbarre.
“No, non è possibile” pensò.
Ma non ci poteva essere alcun dubbio: era una piccola cella spoglia.
“Cosa...cosa dovrei fare?” si chiese il Prigioniero.
“Chi sono?” e a questo pensiero tremò di paura. Si accasciò contro la parete e si sedette disperato. Era sicuro di saperlo. Lo doveva sapere. La sua identità era lì, da qualche parte, nella sua mente.
Il Prigioniero cominciò a versare lacrime tristi e lamenti che nessuno avrebbe mai confortato, se non il silenzio di quelle mura.


Il Tempo passò inosservato e solo l'oscurità fu sua compagna ad ogni risveglio. Ed in ognuno di questi qualcosa di sé stesso andava perduto. Presto il Prigioniero imparò a non piangere e, con il passare delle ore, dei giorni, dei mesi e forse anche degli anni, si scordò come.

Una porta si apriva ogni tanto, gettando fasci di ciò che un tempo si doveva chiamare “luce” sul corridoio. Quelle volte vagamente si ricordava della sua stessa esistenza: che c'era la luce, l'oscurità, le sbarre, le pareti e che lui era. Era diverso da tutte le cose che lo circondavano. Ma appena la porta si richiudeva, ecco che le sbarre, le pareti e lui stesso ridiventavano un tutt'uno nell'oscurità.
Insieme alla luce comparivano quelli che un tempo chiamava “uomini” e spesso portavano con loro un nuovo compagno con cui avrebbe condiviso le tenebre.
Anche se al buio nulla era distinguibile, in esso vi erano i suoni e, una volta che la porta si richiudeva, lamenti e pianti del nuovo arrivato prendevano il posto del silenzio.
Per il Prigioniero questo doveva essere il commiato dalla luce che tutti facevano prima di diventare anche loro un tutt'uno con l'oscurità.
Il tempo continuava a passare scandito solo dall'aprirsi della porta e dal fatto che qualche rara volta, bagliori sfocati di una vita sconosciuta trafiggevano la sua mente, improvvisamente cosciente di essere “sveglia”; anche se il significato di questa parola gli sfuggiva siccome l'oscurità era in sé stessa sempre uguale.
Dato che ogni momento scorreva identico a quello precedente, il Prigioniero pensò che in realtà il tempo fosse immobile e quindi, dato che il tempo necessita di scorrere, che non esistesse. “Se presente, passato e futuro coincidono, in realtà niente scorre quindi il Tempo non esiste più”.
Quindi, tutto restò immobile, fino a quando un uomo aprì la porta e passò di fronte la sua cella. Il Prigioniero sapeva che quell'uomo, anche se proveniva dalla luce, era ormai un tutt'uno con l'oscurità. Glielo dicevano il suo passo, i suoi occhi, la sua espressione: l'anima di quell'uomo era già sparita e lui brancolava nel buio.
ALBERTO LO IACONO


Nato a Palermo nel 1992, Alberto Lo Iacono ha sempre nutrito un forte interesse per la lettura. Solo in seguito al conseguimento della laurea in Mediazione Linguistica e Culturale alla Ca’Foscari di Venezia, ha deciso di dedicarsi alla scrittura.
Originato da un incipit di racconto per praticare la lingua inglese, Melyza è il suo primo libro fantasy portato a termine e pubblicato.
Attualmente Alberto ha da poco portato a compimento un Master in Traduzione all’Università dell’Essex, in Inghilterra.


Allora che cosa ve ne sembra? Vi ho incuriosito? Correte ad acquistarlo...


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