Buongiorno Gattolettori,
in occasione dell'uscita del libro In tempesta, terzo volume della saga Sea Witch di Helen Hollick, oggi vi parlerò della Sea Witch, la nave! Se amate l'avventura, i pirati e le storie d'amore allora non potete assolutamente perdervi questa trilogia
In tempesta
di Helen Hollick
Editore: Catnip Edizioni
Prezzo: € 14,90 (ebook € 8,99)
Pagine: 419
Uscita: 29 Gennaio 2018
Jesamiah Acorne, capitano della Sea Witch, ha accettato l’amnistia del governo contro i suoi reati di pirateria, ma i vecchi nemici non sono altrettanto lesti a dimenticare il passato. In particolare Edward Teach – meglio noto come Barbanera – ha ancora un conto in sospeso con Acorne. In seguito a un incontro con una vecchia fiamma di Jesamiah, la sua fidanzata, la levatrice e Strega Bianca Tiola Oldstagh, partirà per la Carolina del Nord per aiutare con un imminente parto difficile. Il problema? È lì che risiede Barbanera.
Barbanera non dovrà scoprire che Tiola è la donna di Jesamiah, e lei dovrà nascondere la sua identità e il suo dono dell’Arte al pirata dal cuore nero che ha venduto la sua anima al male. Con Sea Witch danneggiata e lui stesso ferito da Barbanera, Jesamiah dovrà prendere atto della situazione nella sua vecchia casa in Virginia – ma i guai lo seguono come la spuma bianca dietro una nave in corsa e presto la sua identità di ex pirata potrebbe venire alla luce.
INTERVISTA ALLA NAVE: Sea Witch
“Sarai di nuovo stupenda quando
avremo finito con te, mia cara,” disse Jesamiah, appoggiando una mano sul
dritto di prua dove le assi si incontravano.
Percepì un
mormorio proveniente dalla nave stessa quando la sua mano si posò sul legno
umido. Si accigliò, chinando la testa da un lato, ascoltando con attenzione.
Non erano parole udibili a orecchio, ma più che altro un sentore, una presenza,
simile a ciò che condivideva con Tiola, sebbene più flebile. Era sempre conscio
di Tiola, anche quando non poteva vederla o toccarla, lei era lì, con lui –
come il suo cuore, lì, dentro di lui. E ora quella seconda presenza, una
coscienza di legno e cordame, tela e catrame. Del rumore e dell’odore del mare,
delle increspature dell’acqua del fiume e della spinta di un cavallone
dell’oceano. E, più distante, un lieve eco sussurrato, di ciò che era stata
prima; un albero vivo. Una quercia che cresceva in una foresta, i suoi rami
protesi verso il cielo e le sue radici che si allargavano giù nella buona
terra. Lo spirito vivente della Sea Witch stava toccando la sua anima.
Era perduta e
spaventata, consapevole della sua vulnerabilità, della forzata impotenza.
Jesamiah appoggiò il capo contro il dritto di prua, chiudendo gli occhi e
immaginandola nella propria mente navigare a gonfie vele, sbandando
leggermente, con il vento a premere sulle vele libere e la schiuma che si
gonfiava sotto la prua. Vortici d’aria che si stringevano contro il suo
trinchetto. Lei era viva, e lui l’amava.
Tutto il suo
affetto e la sua rassicurazione si riversarono in lei; “Starai bene, dolcezza.
Sei al sicuro qui, non lascerò che nessuno ti faccia del male.”
“Parli da solo
adesso, Cap’n?” Nat Crocker chiese da dietro di lui. “Dicono che sia un
brutto segno.”
Jesamiah si
voltò, la sua mano libera volò immediatamente al pugnale nella fodera che
teneva dietro di sé. Prese un profondo respiro per calmare il rapido battito
del suo cuore e l’improvvisa sudorazione che gli inumidiva la pelle. Odiava che
la gente gli arrivasse alle spalle. Un altro regalino del suo maledetto
fratello.
“Un brutto
segno per i membri della ciurma che strisciano di soppiatto,” borbottò. “E poi,
stavo parlando con la mia nave.”
Nat tirò su
con il naso, allungando poi una mano a dare una pacca gentile alle assi di
legno. Ghignò.
“Immagino che
inizierò davvero a preoccuparmi solo quando ti risponderà, allora.”
Voltandosi,
Jesamiah tirò su con il naso sdegnosamente, pulendosi le mani sporche di
catrame sui calzoni e andandosene. A qualche iarda di distanza, lanciò al di
sopra della sua spalla, “Farai bene a cominciare, allora.”
In Tempesta, Il terzo viaggio di
Capitan Jesamiah Acorne
Helen Hollick
[rumori del vento tra il sartiame,
scricchiolio delle travi, gorgoglio del mare contro lo scafo] Ero una volta
un albero, una quercia che cresceva alta nella foresta, ma sono ora una nave.
Anziché radici che si spingono giù nella terra, ho uno scafo e una chiglia, galleggio
sulle acque dei mari e degli oceani. Anziché una tettoia di frasche, rami e
foglie, ho sartiame, stralli e alberi. Sono una nave. Sono la Sea Witch.
Non
sei sempre stata Sea Witch. Chi eri prima?
So
di aver una volta servito un differente capitano – ma non ho memoria di lui.
Non voglio avere alcuna memoria di lui, poiché niente aveva abbastanza valore
da venirne conservata la memoria.
Notiamo
un rapporto speciale con il tuo capitano, Jesamiah Acorne. Cosa puoi dirci di
lui?
[leggermente confusa] Acorne? È questo
il suo nome? Io lo conosco solo come Padrone o Capitano. [colta da un senso
di piacere e delizia] Acorne, ghianda? Ma allora siamo uguali! È
forse per questo che lo amo così profondamente? Anche io provengo da una
ghianda. Sono cresciuta per molti, molti anni – centinaia di anni – e sono
divenuta una quercia possente. Ma una tempesta infuriò e io, i miei fratelli e
le mie sorelle cademmo. Saremmo morti, ma ci hanno permesso invece di divenire
una nave – la sua nave, la nave del mio Capitano. Sono io il cuore e l’animo,
tuttavia, poiché è del mio legno che sono composte la maggioranza della chiglia
e dello scafo, e del timone – di quella ruota che mi guida.
Farei di tutto per lui: navigherei attraverso
una tempesta, affronterei gli oceani aperti, mi sforzerei di andare avanti
nell’incontrare un’abbonacciata e nel rimanere senza vento. Il mio Capitano è
tutto per me, perché mi comprende, perché tiene a me. Non è mai crudele né poco
gentile, non mi obbliga mai a soffrire sotto il peso di troppe vele, né mi
porta in acque troppo basse dove potrei temere di incontrare delle rocce. I
grandi cannoni mi spaventano quando sparano, ma sento le sue mani sul timone ed
è lui a calmare le mie paure. È coraggioso, senza paura, ama il mare. E ama me.
Come
è usanza tra gli uomini di mare, probabilmente non sei abituata ad avere a
bordo una donna tanto frequentemente. Cosa puoi dirci di Tiola?
Gli uomini possono essere tali sciocchi! Tali
schiocchi! Noi non abbiamo alcuna obiezione contro le donne! Le donne sono
capaci tanto quanto gli uomini! Ho parlato con altre navi, e quasi ogni nave –
persino quelle della Royal Navy – hanno donne a bordo, sebbene gli
uomini siano troppo stolti per accorgersene. Le donne si nascondono tra loro
travestendosi da uomini, loro fanno il lavoro degli uomini. Sono tali sciocchi
gli uomini, a non vedere ciò che è davanti ai loro stessi occhi!
Ero sospettosa nei confronti di Madama Tiola
dapprima, ma lei è silenziosa, calma, mi parla in una deliziosa voce colma di
conforto, soprattutto quando i mari sono inquieti e il vento soffia forte e io
sono spaventata. Il mio Capitano la ama, e darebbe la sua vita per lui, quindi
anche io devo proteggerla e prendermi cura di lei, poiché non farei mai nulla
che potesse addolorare il cuore del mio Capitano.
Avevi
un legame speciale anche con il precedente capitano, prima che Capitan Acorne
ti requisisse?
Non
ho memoria di lui. Ricordo che riempiva le stive in modo talmente maldestro che
il carico sbatteva ovunque, mettendomi a disagio. Gridava sempre; gridava agli
uomini di lavorare più duro, gridava loro di farmi andare più veloce. Pah! Non
lo apprezzavo, quindi andavo più lentamente! Non sarei mai andata più veloce
per lui. Non mi importava nulla di lui, quindi l’ho dimenticato.
Cosa
rende Jesamiah Acorne diverso da qualsiasi altro capitano?
Tiene
a me e al suo equipaggio. Non pretenderebbe mai da loro qualcosa che lui stesso
non sarebbe pronto ad affrontare. Accetta persino il suo turno alle sentine se
c’è troppa acqua nelle pompe, e si sistema ai remi nella nostra barcaccia. Può
sistemare una vela, steccare una mura, arrampicarsi sul sartiame tanto bene
quanto qualsiasi altro marinaio. Si assicura che io sia in buono stato, e
pulisce il mio scafo da quegli irritanti cirripedi e da quei vermi che mi
mordicchiano [rabbrividisce]. E mi parla. Questo mi piace. Mi piace
quando usa parole gentili.
E
infine, senza farci troppi spoiler: che ruolo avrai nella saga che, di fatto,
porta il tuo nome?
Non
conosco il futuro. Nemmeno Tiola, che è una Strega Bianca, non conosce cosa
accadrà nelle lune e nelle maree che ancora devono passare. Temo per il mio
Capitano, però, Jesamiah Acorne. [Ripete il nome tra sé e sé alcune volte,
deliziata dall’averlo appreso]. Temo per lui poiché ci sono molti uomini
sulla terra, e nei mari, che lo impiccherebbero se potessero. Ci sono uomini
che lo ucciderebbero – e delle donne. Non apprezzo alcune delle donne che porta
con sé a bordo. Una di queste, chiamata Alicia – lei pensa di essere speciale,
è piena di arie e grazie, ma posso vederla bene per ciò che è: non è altro che
una subdola sirena! Ma non farà del male al mio Capitano, non se posso
evitarlo!
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