Buon pomeriggio readers,
come tutti i giovedì è arrivato il momento di presentarvi l'autore ospite della pagina 69. Oggi ecco qui un libro molto particolare, un Romanzo Storico... "Come vento ribelle" di Francesca Prandina
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Pagina 69
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- Libro da segnalare
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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
COME VENTO RIBELLE - FRANCESCA PRANDINA
Prezzo: € 12,48 (ebook 1,49)
Editore: Self
Pagine: 424
Pubblicazione: 2 Maggio 2019
Utah, 1858. Sabrina conduce una vita tranquilla con sua madre Marie e non sospetta che tutto stia per cambiare. Cresciuta separata dal padre, ufficiale dell’esercito, e dai suoi fratelli, si trova costretta a seguirli al Forte quando Marie parte per Boston per accudire la madre malata. Vivace e irrequieta, circondata da uomini in un ambiente rude e scandito da regole nuove, comincia a mettere in discussione l’educazione femminile che la madre le aveva inculcato e la relativa libertà conquistata le donerà momenti spensierati in compagnia dei suoi fratelli. Tuttavia, la guerra tra Nordisti e Sudisti giungerà presto a distruggere quel delicato equilibrio e lei, giovane e testarda, affronterà la prova più difficile: cercare di affermare il suo ruolo di donna in una società patriarcale che può soltanto condurre guerre e rinnegare la pace. Francesca Prandina traccia il profilo di una donna coraggiosa pronta a tutto, anche ad arruolarsi, pur di non chinare il capo e di conquistare la propria indipendenza, in un romanzo sconvolgente che ricorda al lettore tutte quelle donne che, come Sabrina, hanno contribuito a restituire al genere femminile il suo diritto alla vita e alla libertà.
ESTRATTO (PROLOGO)
Me ne stavo immobile sotto la pioggia, incapace di reagire. Avevo appena ucciso un uomo.
O almeno così temevo.
Lo fissavo sgomenta, ma la giubba blu che mi ero sfilata per coprirlo me lo celava agli occhi e non potevo vedere se respirava ancora, né avevo voluto soffermarmi ad ascoltare il battito del suo cuore.
Le lacrime si confondevano con la pioggia che bagnava il mio viso. Come avevo potuto cacciarmi in un simile guaio?
Se fossi stata una figlia obbediente non mi sarei trovata in quella situazione, sola nel far della sera e con cinque Confederati alle calcagna.
La pioggia battente aveva cominciato a inzuppare la mia camicia e sentivo la stoffa che s’incollava sulla pelle rivelando le forme ancora acerbe. Mio padre si sarebbe infuriato se mi avesse visto così conciata, esposta senza pudore agli occhi di chiunque.
Non so cosa avrei dato per vederlo spuntare dagli alberi e costringermi a seguirlo al forte. Avrei accettato qualunque punizione pur di far sì che quell’improbabile situazione si avverasse. Mi sgridasse pure, mi colpisse con il suo scudiscio per inculcarmi un po’ di buona educazione e responsabilità, ma mi salvasse da quel pasticcio…
Un altro Confederato si stava avvicinando ed io me ne stavo lì a rimuginare come una sciocca.
Mi scrollai di dosso quella speranza assurda, con fastidio.
O almeno così temevo.
Lo fissavo sgomenta, ma la giubba blu che mi ero sfilata per coprirlo me lo celava agli occhi e non potevo vedere se respirava ancora, né avevo voluto soffermarmi ad ascoltare il battito del suo cuore.
Le lacrime si confondevano con la pioggia che bagnava il mio viso. Come avevo potuto cacciarmi in un simile guaio?
Se fossi stata una figlia obbediente non mi sarei trovata in quella situazione, sola nel far della sera e con cinque Confederati alle calcagna.
La pioggia battente aveva cominciato a inzuppare la mia camicia e sentivo la stoffa che s’incollava sulla pelle rivelando le forme ancora acerbe. Mio padre si sarebbe infuriato se mi avesse visto così conciata, esposta senza pudore agli occhi di chiunque.
Non so cosa avrei dato per vederlo spuntare dagli alberi e costringermi a seguirlo al forte. Avrei accettato qualunque punizione pur di far sì che quell’improbabile situazione si avverasse. Mi sgridasse pure, mi colpisse con il suo scudiscio per inculcarmi un po’ di buona educazione e responsabilità, ma mi salvasse da quel pasticcio…
Un altro Confederato si stava avvicinando ed io me ne stavo lì a rimuginare come una sciocca.
Mi scrollai di dosso quella speranza assurda, con fastidio.
Il revolver che avevo sfilato dalla fondina del soldato steso a terra era pesante e freddo nella mia mano, ma mi rincuorava. Era carico.
Iniziai a correre. Il fango rendeva pesanti i miei passi e la gamba ferita non mi sosteneva come avrei voluto, anche se non sentivo dolore in quel momento. La paura era la molla che mi spingeva a correre senza preoccuparmi d’altro che non fosse cercare un rifugio, un nascondiglio, un aiuto.
Lo sentii gridare, mi ordinava di fermarmi.
Con la furia cieca della bestia ferita, strinsi il revolver tra le mani e mi girai di scatto puntandolo nella direzione della voce. Gridai mentre tiravo il grilletto quattro volte e serrai le palpebre. Il rinculo era più forte di quanto mi aspettassi e le mie braccia ricaddero stremate dopo la prova.
Il soldato in grigio era immobile. Non vacillava, non cadeva, non si piegava su se stesso… l’avevo mancato.
Perché non avevo avuto il permesso di imparare a sparare? Perché? Perché ero una ragazza… semplice, ecco perché.
FRANCESCA PRANDINA
Francesca Prandina, danzatrice, coreografa e insegnante di danza, è nata a Schio (VI) il 13 agosto 1979. Laureata in Scienze della Comunicazione, scrive per passione pubblicando vari racconti in antologie e frequenta gruppi di rievocazione storica per la Guerra Civile Americana. Vive con il marito e due figli in provincia di Milano.“Come vento ribelle” è il suo romanzo d’esordio, presentato ora in una nuova e più ricca edizione.
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