Buongiorno readers,
come state? Vi sono mancata? Il blog ha ancora qualche giorno di relax da farsi ma potevo non mostrarvi subito la recensione per Il Re Leone della nostra fantastica Annalisa?
La sua bravura nell'esprimersi a penna è veramente sorprendente se poi ci aggiungete un capolavoro Disney... voilà, il gioco è fatto!
La sua bravura nell'esprimersi a penna è veramente sorprendente se poi ci aggiungete un capolavoro Disney... voilà, il gioco è fatto!
Scheda Film
Il Re Leone è un film di genere animazione, avventura, azione
del 2019, diretto da Jon Favreau, con Marco Mengoni e Elisa. Uscita al
cinema il 21 agosto 2019. Durata 118 minuti. Distribuito da Walt Disney
Italia.
Simba è il futuro re, il cucciolo di Mufasa, sovrano temuto e rispettato, che non cerca la guerra e sa stare entro gli ampi confini del proprio regno. Ma qualcuno trama nell'ombra per sovvertire l'ordine costituito e le promesse future: è Scar, l'invidioso fratello minore di Mufasa, pronto a macchiarsi del più atroce delitto e a prendere il potere con l'inganno. Esiliato e convinto a torto di essere responsabile della fine dell'amato padre, Simba cresce lontano dalla Rupe dei Re finché il passato non torna a cercarlo e a domandargli di assumersi le sue responsabilità.
film sulla "luna"
Mi stupisce ogni volta vedere la sala piena di generazione anni ’90 alle uscite Disney. Non è tanto per loro - anzi noi -, ma nel non vedere bambini e ragazzi. È più che comprensibile trovare in prima fila i trentenni che sono cresciuti con quei cartoni; basta un film per ritrovare quella magia, una canzone per innescare la stessa emozione e portarci indietro con la memoria a ciò che quel cartone, quel personaggio, quella storia ci hanno insegnato. È risaputo che uno dei compiti più nobili e ben riusciti della Disney è proprio quello di aver fatto entrare in contatto i bambini con la natura, seppur attraverso uno schermo. Sembra banale, ma non lo è affatto: il cinema e la televisione hanno (dovrebbero avere) prima di tutto un compito educativo, in particolare rivolto a un pubblico giovane che spende molto tempo davanti uno schermo.
Insegnare il rispetto per la natura, per gli animali, per tutti gli esseri viventi e non, è qualcosa che la Disney ha sempre fatto, ed è per questo che anche le nuove generazioni, guidate dai genitori, dovrebbero affacciarsi a queste storie, tutte nuove nella confezione ma mai nel cuore. Eppure i remake in CGI dei classici sembrano anche rivolti ai grandi, e con Il Re Leone si capisce il perché. Una natura distrutta, devastata dall’avidità di Scar, fratello del Re Mufasa, che con la sua noncuranza verso gli altri e per il futuro, preferisce cacciare senza limitazioni, banchettare adesso senza dar peso al domani. Non gli importa se non ci sarà più cibo né acqua, gli basta sfruttare la natura e tutto ciò che può offrire. Vi ricorda qualcosa? Sì, noi. Non sembra essere un caso, dunque, la sua uscita in CGI foto-realistica dopo 25 anni. Il classico del 1994 era già all’avanguardia ai suoi tempi, apprezzato e ritenuto il miglior lavoro della casa di Topolino. Il cerchio della vita, del resto, è intramontabile perché reale: si nasce, si vive, si ritorna polvere.
La differenza sta nel mezzo, nella vita che può apparire senza uno scopo - come inizialmente era per Timon e Pumbaa - oppure prendere un percorso stabilito dall’azione di chi può influenzarla nel bene o nel male, come Mufasa e Scar, due facce della stessa medaglia, completamente opposti seppur inevitabilmente frutto della stessa cosa.
Per Simba, il piccolo Re, il percorso è stato difficile, essendosi trovato proprio nel mezzo di luce e ombra; ma trovare il proprio posto nel mondo è ciò che va fatto, perché la sua scelta ricade su molti. In questa nuova versione diventa ancora più facile comprendere i meccanismi della natura, la regola di rispetto silenziosa che intercorre tra ogni specie. I più deboli hanno bisogno di un leader da seguire, anche questo fa parte della natura. Soltanto che non sempre quel leader ha la capacità e la nobiltà d’animo di guidare tutti gli altri, che si inchinano nel rispetto del suo potere perché consapevoli di affidarsi alla migliore scelta per tutti loro. Anche questo vi ricorda qualcosa?
Probabilmente perché è così che dovrebbe essere anche per noi umani. Mettendo per il momento da parte la sottotrama, ciò di cui si discute molto in questi giorni è la strabiliante composizione grafica del lungometraggio. Non possiamo propriamente parlare di live action, dal momento che non sono coinvolti attori o animali in carne e ossa. Si tratta piuttosto di una colossale virtual production, un intero film girato al computer, con set virtuali e personaggi più vicini ai videogame che ai rifacimenti precedenti di casa Disney. Solo il regista Jon Favreau, tecnici e sceneggiatori Disney e un cast del genere potevano riuscire in un’impresa del genere. Sono stati in grado di riprodurre fedelmente la storia, le inquadrature e le battute dell’originale, senza cambiare le canzoni e i caratteri dei personaggi, le loro sfumature e caratterizzazioni. Pochissime le aggiunte e molto riuscite.
Decisamente una carta vincente, dal momento che Il Re Leone è davvero il film che non può e non ha bisogno di essere toccato – pena: la furia dei fan trentenni. Evitato anche l’effetto documentario grazie alla fedeltà alla storia e ai personaggi, che crea immediatamente un parallelismo con il cartone animato: da una parte la naturalezza delle movenze e gli sguardi fieri dei protagonisti che portano lo spettatore al centro della loro casa natura, rendendo reale e credibile ciò che si sta guardando; dall’altro, il sentimento forte che dal ’94 muove gli animi dei personaggi, ancora oggi intatto nella lotta per la salvaguardia della vita, del giusto e nella difesa di ciò che gli appartiene. Alcuni critici, tuttavia, hanno accusato un calo nelle emozioni e mimiche dei protagonisti rispetto all’originale dovute proprio all’uso della tecnologia.
Per me, la presenza del classico è così vivida che si fonde perfettamente con il nuovo progetto, volto a trasferire la storia in natura. Inoltre, è impossibile non citare The Lion King, il musical che da decenni dimora nei teatri di Broadway, con attori in carne e ossa, che indossano delle maschere dalle espressioni regali e statiche, donando, nonostante questo, emozioni indimenticabili proprio per il realismo che è davanti agli occhi di tutti. Tre prodotti validissimi che puntano allo stesso messaggio, e che si evolvono a seconda dei tempi e delle generazioni che si cerca di catturare.
Il discorso tecnico del film si corona poi con un’importante dettaglio che ancora una volta deve ringraziare il modo in cui è stato realizzato: lo spettatore può decidere tra una proiezione classica in 2d o la consigliatissima - almeno per questo titolo - sala Imax che gode di una copertura totale dello schermo (più grande, così come il supporto) e di un effetto di profondità di cui il film ha davvero bisogno per essere apprezzato nel modo in cui è stato concepito. Se tutto questo non bastasse, sia in lingua originale che in italiano le interpretazioni sono affidati a giganti quali Donald Glover/Marco Mengoni, Beyoncè/Elisa, JD McCrary/Simone Iuè e Vittorio Thermes, Seth Rogen/Stefano Fresi, Billy Eichner/Edoardo Leo, Chiwetel Ejiofor/ Massimo Popolizio, James Earl Jones/Luca Ward, Lebo M. e Shuang Ding/Cheryl Porter e le eccezionali musiche di Hans Zimmer. Gli insegnamenti sono tanti e intramontabili. Dallo sciamano Rafiki, in contatto con la vita in ogni sua forma, spirito di natura che guida i re nel giusto percorso, ai più leggeri Timon e Pumbaa che, tuttavia, servono ad alleggerire una vita a volte troppo difficile. Ma soprattutto Mufasa e le sue parole, che riporto qui come unica conclusione possibile di questa recensione.
“Essere re vuol dire molto di più che fare quello che vuoi. Tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio. Come re, devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica alla saltellante antilope. Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba, e le antilopi mangiano l'erba, e così siamo tutti collegati nel grande Cerchio della Vita.”
Bellissima recensione, complimenti! *____*
RispondiEliminaIo faccio dell'esercito dei "fan trentenni", e fino a questo momento, devo ammetterlo, non ero sicurissima di andare a vedere il film... Ma sinceramente le tue parole mi hanno convinta: probabilmente sarebbe un peccato perderselo al cinema! ^^
Spero solo di riuscire a trovare una versione in lingua originale da qualche parte: il cast di voci americane è fantastico, quello italiano semplicemente non ha alcuna speranza di competere! XD
Grazie mille per i complimenti! Non te ne pentirai assolutamente, soprattutto se nella tua città c'è una sala Imax :D facci sapere!
RispondiEliminaHo visto il film sabato e a me è piaciuto un sacco. Senza contare che avevo 7 anni quando è uscito il cartone....è stata una bella emozione
RispondiEliminaConcordiamo! *-*
EliminaFantastica recensione, grande film, 👍
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