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LE ACCHIAPPAVIP... ROBERTA DI MARIO


Ha un talento naturale indescrivibile. Naturale perché, nonostante gli anni di studio e la tecnica impeccabile, non è quella la prima cosa che colpisce di lei: la sua anima si sente in ciò che suona, la passione per la musica è tutta lì quando sperimenta e lascia spazio a sé stessa per raccontarsi attraverso le note. 
Provi serenità, conflitto, pace, e poi di nuovo agitazione e calma quando ascolti i suoi brani. E in pochi hanno il dono di riuscire a unire diverse realtà, e di sapere come farlo. È in arrivo il nuovo album di Roberta di Mario, Disarm, con etichetta Warner Music Italy, un invito a “disarmarci” che viene raccontato in questa intervista.

LE ACCHIAPPAVIP... ROBERTA DI MARIO


“Valzer in a minor”, colonna sonora del nuovo spot Tiscali, è stato definito un valzer che consola e disturba come deve fare ogni forma di arte in genere, come la musica e le onde del Mar Mediterraneo.

Sì, credo sia questa la definizione più efficace. Il brano è uscito mesi fa e Renato Soru, fondatore di Tiscali, ne rimase molto colpito. Ha apprezzato questo cullarsi della melodia che inevitabilmente richiama il mare, con le sue onde che vanno e vengono, simboleggiando un ritorno a casa. Lo spot è stato girato in Sardegna, un bel gesto ulteriore per valorizzare il Mar Mediterraneo.

Questo brano anticipa il tuo nuovo disco, “Disarm”. Come descriveresti l’intera opera?

È un progetto discografico che tratta il tema del disarmo in senso ampio. Non s’intende un reale abbattimento di muri, o la deposizione di armi. È un disarmo emotivo e interiore, è aprirsi all’altro. Un abbandono emotivo necessario quando tutti indossiamo una maschera, nonostante non sia colpa nostra: è la vita che ci costringe a farlo. L’invito è quindi al disarmo, in 11 brani accompagnati anche da voci importanti … ma non svelo di più!

A quale composizione del nuovo album sei più legata?

Sono molto contenta di poterlo dire: è un brano che racconta dell’abbandonarsi a un tempo lento. Tutto va veloce oggigiorno, e il lasciarsi andare alla lentezza sembra non essere più possibile. Saper godere del qui e ora è diventato un lusso. Invece non deve essere così, dobbiamo prenderci tempo e assaporare tutto. Sono legata a questo brano (il titolo mi piacerebbe lo scopriste voi!) perché è nato proprio quando io ho detto okay, mi devo fermare a riscoprire. Ho fatto lo stesso percorso per me, lo reputo necessario. Il pezzo è in una tonalità minore, melodia molto lenta, orchestrato con potenza, si culla in lungo arpeggio in mi minore.

Io so la risposta, ma i nostri lettori dovranno aspettare di ascoltare l’album per scoprire di che pezzo si tratta (e vogliamo i vostri commenti per sapere se ci siete riusciti!). Tornando alle domande, che differenza di intenzione c’è dietro “Disarm” rispetto ai tuoi precedenti album? E come è cambiato il tuo modo di fare musica rapportato alla tua crescita personale?

Io sono molto curiosa ed esigente con me stessa, cerco di imparare sempre di più e mirare a qualcos’altro; con questo atteggiamento si cambia. Nella musica e nell’arte è ancora più evidente, perché rimane impresso. Sono molto cresciuta in questi anni e cambio ogni giorno il mio modo di comporre. Non andando lontano, ma partendo sempre da dove vengo: è un miglioramento nel modo di comporre, è dare più profondità e ricerca, ma lasciando di base una linea melodica chiara. La forza della mia musica credo sia di avere un virtuosismo (perché vengo dall’accademia, tanta tecnica e virtuosismo è inevitabile) che arriva a una melodia dritta e immediata, in un modo di comporre che è così meno scontato e prevedibile. Rispecchia chi sono io oggi, ma parte dalla musica classica. “Disarm” è diversa dalle precedenti: “Legacy” è un ritorno al pianoforte dopo gli album da cantante, mentre in “Disarm” ho pensato di raccontare un viaggio che partisse dalla paura di lasciarsi andare. A volte è necessario per ritrovare la via. 

Sei una creativa a tutto tondo: compositrice e pianista che non lascia fuori il teatro, il musical, il jazz, il pop, l’elettronica. Come ognuna di essa è parte di te?

Ho attraversato mondi differenti, con concerti di musica classica, ma anche interesse nella musica leggera. Ricordo che negli anni ’80 sono stata a un concerto di Ramazzotti, e non sentivo confini con la musica classica. Forse per ribellione a un tipo di mondo pieno di regole che cercano di separare, ho iniziato a creare una musica mia, a sperimentare. Uscita dal conservatorio ho iniziato a suonare per i musical, mentre sullo schermo venivano proiettate immagini mute. Poi ho cantato, e sono tornata al piano come interprete e compositrice. In questi brani arrangiati c’è il mondo elettronico, romantico, pop, sinfonico, classico.

Ti sei esibita in Italia e all’estero. Qual è l’emozione più grande che ricordi?


New York è stata un’esperienza incredibile, ma anche girare il videoclip di “Duende” a Parigi, una città che era stata messa in ginocchio poco prima. “Duende” è quella qualità che possiedi e che ti permette di far uscire il tuo talento speciale. Un brano potente, in una città così potente, è stata un’esperienza incredibile.

Cosa è per te la musica?

Ossigeno e urgenza. La musica è vita, vivo da sempre nella musica, avevo 5 anni quando ho iniziato. È il linguaggio dei linguaggi, non ha bisogno di parole né di gesti, sono suoni che raccontano. Ho il privilegio di poter comunicare attraverso di essa, e noi musicisti abbiamo il dovere di farlo, raccontando anche dei valori.

Come sei riuscita a racchiudere emozioni così differenti in ogni singolo brano, tanto potenti da essere percepite immediatamente dall’ascoltatore?


Sono contenta che arrivi così, perché c’è una potenza melodica che sento. Sono musica e mondi sonori differenti che si incontrano, e arrivano attraverso le mani.

La tua musica per noi è un viaggio verso un mondo onirico. Ma tu cosa immagini mentre suoni?

Ti stupirò, ma quando suono c’è più concentrazione che altro. Sono davanti a un pubblico, faccio andare mani e sentimento, mi abbandono a chi mi ascolta e a me stessa. Io immagino di più quando scrivo, chiudo gli occhi e penso cosa voglio raccontare, cose che ho vissuto. Suono composizioni più intimiste, infatti. Sono una di quelle che adorano la pioggia!

La pioggia tanto amata dagli animi artistici! Voglio concludere l’intervista con una domanda che riporta indietro nel passato, soprattutto perché tu di strada ne hai fatta, sei cresciuta tanto, ma dalla foto che chiuderà l’articolo si capisce che tutta quella passione e amore per la musica è rimasta inalterata fin da quando eri bambina. Quindi, ti chiedo, qual è il primo ricordo che ti viene in mente pensando alla musica?

Primo saggio di pianoforte a 5 anni e mezzo, al circolo di lettura nel centro storico di Parma. La mia assistente di pianoforte organizzava dei saggi finali, aveva una trentina di allievi nonostante fosse un’insegnante privata! Ero la più piccolina e durante l’esecuzione mi fermai, perché non seguivo la partitura. Persi il filo e sentii un sospiro dalla platea. Ma come se niente fosse, ripresi a suonare. Lo ricordo bene perché, nonostante tutti ebbero un sussulto, per me non fu grave. Per me voleva dire sono dentro la musica.

ROBERTA DI MARIO

Roberta Di Mario nasce a Parma nel 1972 ed è una pianista e compositrice italiana. Roberta Di Mario si diploma in pianoforte al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti, lode e menzione d'onore, inizia giovanissima l'attività concertistica e vince concorsi nazionali ed internazionali. È un'artista Steinway.
Debutta nel 2011 con il suo primo album "Tra il tempo e la distanza" Alfa Music dove co-esistono canzone d'autore e pianismo contemporaneo. Nel 2014 esce il suo secondo Album “Lo stato delle Cose” Irma Records con la collaborazione del produttore Pietro Cantarelli (Ivano Fossati).
Si tratta di un doppio progetto in due differenti cd: "Songs" (musica e parole) e “A Walk on the piano side” (solo strumentale). L'anteprima dell'album all'Atina Jazz Festival Winter, viene accolta con grande successo da critica e pubblico.
Il 2014 esce “Hands”, soundtrack dell'artista per il docufilm “Vivere il mondo di Botero”, suonata in occasione della mostra internazionale di Botero in Italia e Giappone. Roberta apre la mostra di arte indiana alla Biennale di Venezia “India the reveald mysteries”. A Dicembre 2016 è impegnata in una serie di concerti a New York City ospite del Consolato italiano per l'evento “Meet the new Italian Music Artist in NY”. A maggio 2017 si esibisce a Milano in occasione di Piano City Milano, a giugno apre l'edizione di Biografilm festival 2017 a Bologna.

Sito: Roberta Di Mario



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