Due anni fa il richiamo alla scrittura è stato fortissimo. Dopo tanto impegno professionale potevo concedermi nuovamente il lusso di scrivere. Oggi, con la pubblicazione de “Il Pentagramma dell’anima” posso affermare che la mia felicità è proprio qui: dentro la scrittura.
Leonardo Alfieri, noto attore e scrittore, a seguito di un incidente, si trova nel mondo degli Alati, una dimensione governata dalle leggi dell’energia cosmica dove, ad ogni nuovo arrivato, viene affidata una missione di reintegro spirituale di un anima terrena. La missione di Leonardo ha un nome: Maria Sole, una giovane donna la cui anima terrena è dilaniata dal dolore e dal rancore per la perdita di importanti affetti familiari. Leonardo comprende che la via del recupero delle emozioni è la musica, perché quando l’energia di Maria Sole si libera sui tasti del pianoforte il suo cuore produce battiti d’amore infinito. L’incontro con un produttore musicale porterà Maria Sole ad esibirsi al festival di Sanremo, avvalendosi, per la realizzazione del suo videoclip, della collaborazione di Lucas Prandi, uomo altrettanto disilluso dalla vita. Una serie di coincidenze astrali caratterizzate dal “pentagramma della loro anima” e potenziate dall’energia emozionale, potranno condurre i due protagonisti a intraprendere un percorso di vita purificato, permettendo così a Leonardo Alfieri di portare a termine la sua missione e intraprendere la via del ritorno
LE ACCHIAPPAVIP... STEFANIA BONOMI
Da dove nasce l’idea de “Il Pentagramma dell’anima”?
Il pentagramma dell’anima è un romanzo
che nasce nel 2016 la sera di San Lorenzo. Mi trovavo su una spiaggia a
guardare le stelle. Il desiderio era quello di creare una storia in cui due
persone si devono incontrare, perché
hanno qualcosa dentro che li porta a vivere le stesse emozioni. È un pentagramma che hanno nell’anima,
appunto, e il loro incontro deve avvenire per mezzo di una forza superiore. Amanda è la guida spirituale di Leonardo. Uno dei dialoghi del libro si
svolge proprio con uno scambio di battute sulle stelle:
“Posso sapere cosa guardi?”
Alzai
gli occhi verso il suo cielo.
“Le
stelle”
Mi rispose senza spostare lo sguardo.
“Io
non le vedo”
“Lo
so. Non puoi vederle. Queste sono le mie stelle, quelle che guardavo dalla
finestra di casa, quelle che disegnavo, quelle in cartapesta che creavo per il
presepe, quelle in cui trovavo la pace nei momenti in cui pensavo che la vita
fosse eterna. Se quando guardi il cielo non vedi le stelle, è perché non hai
ricordi di quanto siano belle”
Qual
è stata la tua scelta nell’omaggiare Giorgio Faletti?
In realtà non è
un omaggio. Il personaggio si chiama Leonardo
Alfieri, ha la sua storia, il suo carattere, il suo percorso. Ma nel
momento in cui stavo costruendo questo protagonista, mi sono resa conto che
stavo seguendo delle strade che sentivo giuste, che dovevo creare per lui. Era
un suggerimento che mi veniva dato, e più delineavo il personaggio, più vedevo
lui, Giorgio Faletti, che è stato un mio amico da sempre.
Quanto di te c’è nel romanzo? In
particolare riferito alla visione della vita dopo la morte?
Io dico sempre
che ogni scrittore porta qualcosa di sé sempre, in qualsiasi tipo di scrittura.
Della mia vita c’è il momento spirituale che ho attraversato e che sto ancora
attraversando, una propensione a scoprire se dall’altra parte esiste qualcosa.
È partito tutto dalla creatività? Non lo so. Ma le idee erano lì, e dopo aver
scritto il romanzo ho sentito il bisogno di approfondire alcuni aspetti del mio
pensiero. Mi sono approcciata alla fisica quantistica intesa come pensiero
spirituale di positività. Il concetto è riassumibile così: più ragioniamo
pensando positivo più attiriamo positività. Possiamo allenare il nostro
cervello a questo, è una scelta.
Lo scrittore Marco Cesati Cassin e la medium ipnologa Manuela Pompas hanno confermato gran parte delle informazioni
contenute nel testo considerandole in linea con ciò che è stato da loro studiato
in dieci anni. Come ti sei documentata? Hai intrapreso un particolare percorso
di studi o nasce tutto da una passione?
Quasi alla fine
del libro, Alfieri mi ha detto di stare attenta alle coincidenze. Non capivo cosa fossero, e ho cercato di approfondire
il concetto. Il risultato è stato che il nome di Cassin mi è apparso tra le
varie ricerche in internet, e ho deciso di contattarlo. Lui mi ha chiesto, dopo
aver approfondito il mio discorso, come fosse possibile che conoscessi tutto
questo. Mi ha parlato di canalizzazione, la forma di contatto profondo con le
più alte fonti di conoscenza dentro di noi. Ho parlato a lungo con lui, era
stupito di come ciò che dicevo e raccontavo nel romanzo fosse confermato dai
suoi studi, senza che io lo sapessi. Ho conosciuto anche Manuela Pompas, e la
stessa reazione di positivo stupore si è verificata una volta venuta a
conoscenza di ciò che ho scritto.
Energia universale, emozioni, amore per la
musica: questi sono i temi principali del romanzo. Come si fondono nella tua
concezione della vita terrena e ultraterrena?
La musica è
tutto ciò che collega il finito all’infinito. È in grado attraverso le sue note
di attecchire al nostro stato emozionale più profondo e di mandarci in una
dimensione diversa da quella in cui siamo. Sono sempre stata un’amante della
musica, fin da bambina, è molto importante nella mia vita. Per questo ho
pensato che ciò che poteva e doveva collegare il dialogo tra Leonardo, Amanda, Maria Sole e Lucas poteva essere solo la musica. Faletti
era un’amante della musica a un livello spropositato. È stato un personaggio
geniale, scrittore ammirato e apprezzato, ma è mancato col grande rimpianto di
non aver avuto lo stesso successo nella musica.
Ho
sempre pensato che tutto è energia: noi, l’universo, la musica. È tutto in
comunicazione e siamo parte della stessa cosa. Perché molta gente non riesce a
percepirlo? E come possiamo comunicare con la nostra anima in un mondo così
frenetico, materialista e consumistico?
Purtroppo è una
scelta personale. Alcuni utilizzano una parte di cervello predisposta ad
attività più “utili” quotidianamente, quasi dovute o meccaniche. Chi non ci
crede è una persona estremamente terrena, ma non è detto che non possa cambiare.
Per approcciarsi alla spiritualità bisognerebbe insegnare ai bambini che non
siamo fatti solo di materia, ma anche di spirito. Ed è importante che si
insegni ai bambini, perché dove manca la cultura c’è più predisposizione a non
avere un credo. Devo dire che in questo momento storico l’interesse è comunque già
alto rispetto a secoli passati. Stiamo già contrastando il consumismo quando,
spinti da curiosità o necessità, intraprendiamo un percorso spirituale.
Si potrebbe vivere senza musica?
No. Ovunque vai
nel mondo, c’è musica, di tutte le etnie. L’essere umano è portato a creare dei
suoni, e questo è inscindibile dal suo essere.
Perché hai scelto di chiamare il tuo libro
“Il pentagramma dell’anima”?
È quella scrittura
musicale che tutti i quattro protagonisti hanno dentro, la stessa chiave
musicale che li porterà a incontrarsi. Ed è dentro la loro anima.
Quanta musica contiene il romanzo?
Ho citato nel
romanzo John Lennon, Cat Stevens, Laura Pausini, Fabio Concato.
Sono alcuni dei più grandi. Anche la storia si svolge al Festival di Sanremo,
che rappresenta la musica, ed è conosciuto in tutto il mondo. Poi c’è Imagine, che racchiude tutto raccontando
un mondo dove andremo quando la nostra anima abbandonerà il corpo.
Il romanzo è
disponibile su ordinazione in libreria e online. E se volete approfondire la
chiacchierata con l’autrice, potrete incontrarla durante le date di
presentazione:
18 ottobre
VIGONOVO (VE)
26 ottobre
CANEGRATE (MI)
28 novembre
BOLOGNA
5 dicembre
MILANO
7 dicembre BOLOGNA (incontro I Segnali del Destino) con Manuela Pompas e Marco Cesati
Cassin
STEFANIA BONOMI
Nata a Milano, Stefania Bonomi inizia a scrivere nel 1983 collaborando
con diverse testate giornalistiche di moda e turismo, dedicandosi anche
alla stesura di racconti per il settimanale “Alba”. Dal 1990 al 1993
collabora con il quotidiano “Il Giornale”, per poi essere assunta come
giornalista televisiva per un’emittente bergamasca locale. Nel 2004
inizia la collaborazione con il quotidiano Metro, pagina degli
spettacoli. Nel 2008 con “La Bestia dentro” vince la XIV Edizione del
Premio Letterario “Racconti nella Rete”. Nel 2012 pubblica il suo primo
romanzo “Perché ti ho messo al mondo”, un’avvincente storia di affetti
famigliari. Dopo una pausa di sette anni e l’avvio imprenditoriale di
uno dei più importanti studi italiani di marketing medico di cui è oggi
titolare, Stefania Bonomi è pronta ad affacciarsi nuovamente al mondo
editoriale con “Il pentagramma dell’Anima”, il suo nuovo romanzo
dedicato all’energia universale, alle emozioni e all’amore eterno per la
musica.
Nessun commento