Hola readers,
concludo la settimana dedicata alla memoria con quest'altro piccolo capolavoro scritto da Anna Lavatelli.
Il violino di Auschwitz
di Anna Lavatelli
Prezzo: € - (ebook 3,99)
Editore: Le rane
Uscita: 18 gennaio 2018
Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l'inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove sarà costretta a suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Età di lettura: da 8 anni.
RECENSIONE
Una storia coinvolgente, forte, emozionante che,
narrata dal punto di vista di un oggetto, un violino, un Collin-Mézin, con tenerezza e nostalgia, ci racconterà la vita di Eva-Maria, Cicci,
una ragazza ebrea che fino a quel momento aveva avuto tutto ciò che una
ragazza della sua età potesse desiderare sopratutto l'amore per la musica e il suo violino.
Siamo però in un' Italia ormai sprofondata nel caos che,
dal giorno dopo l'armistizio, vede i nazisti invaderla a caccia
di ebrei.
Fu così che Cicci venne deportata ad Auschwitz, insieme alla madre e al fratello Enzo.
Fortunamente riuscì a portare con sé il suo amato violino, unica ragione di vita in quel mondo ormai marcio e assurdo in cui le persone perdevano la vita solo a causa della propria religione o diversità...
Essendo una musicista quindi a Cicci gli vennero concessi alcuni agi che gli permisero di resistere più a lungo a quelle
atrocità, anche se, spesso si ritrovava a dover suonare durante le esecuzioni.
Riuscì anche ad avere notizie di suo fratello Enzo tramite un messaggero che le consegnò un suo bigliettino, prudentemente nascosto allinterno del violino, che la esortava a non mollare.
Purtroppo però quasi alla fine della guerra il violino si
ruppe e Cicci cadde in depressione. Non gli fu più permesso di suonare e
da quel momento, giorno dopo giorno, si lasciò morire.
La guerra finì e Enzo l'unico sopravvissuto della
famiglia, insieme al padre disperso, riuscì a recuperare il violino tra
gli oggetti sequestrati dalle SS e lo portò a riparare dal liutaio in cui fu
acquistato la prima volta.
Enzo però non venne più a ritirare il violino e in
seguito fu acquistato da Carlo Alberto che lo custodì come una vera e
propria reliquia.
Una storia toccante, drammatica soprattutto perchè tratto da una storia vera.
In questi giorni in cui è più facile ricordare grazie al movimento
mediatico, Il violino di Auschwitz di Anna Levatelli, è una lettura che
consiglio sia ai ragazzi che agli adulti.
Sono queste le storie che dovrebbero essere portate come
testimonianza di un passato che "merita" di essere ricordato solo per la
vergogna di quello che è stato commesso e che ancora oggi continuiamo,
anche se diversamente, a commettere.
Circa sei milioni di ebrei morti non ci hanno insegnato niente?
Circa sei milioni di ebrei morti non ci hanno insegnato niente?
Il libro è sicuramente molto interessante e credo che sarà una lezione di vita per tutti coloro che vogliono ascoltare. Ho una domanda, cosa intendi con 10.000? Gli ebrei uccisi ad Auschwitz furono molti di più a meno che tu non parlassi di ebrei italiani.
RispondiEliminaTi ringrazio per la correzione, non so dove avevo letto quel dato che è assolutamente errato. Ho provveduto a correggere ;-)
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