And the Oscar goes to … me!!! Per una volta, possiamo sentirci attori hollywoodiani e interpretare quel personaggio che tanto ci è piaciuto in un film. Che sia un cattivo, un romantico, un supereroe, i monologhi hanno da sempre il potere di farci riflettere, ridere, piangere. E recitare, anche per gioco, è sempre molto divertente. Focalizza la nostra attenzione sulla mimica facciale, sul tono di voce, ci fa entrare in confidenza col nostro corpo e con noi stessi. Vi propongo alcuni dei miei monologhi preferiti e vi invito a cimentarvi in questo piccolo gioco. Buon divertimento!
#IO RESTO A CASA E... RECITO
L’avvocato del diavolo
- Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di
Dio. A Dio piace guardare, è un guardone giocherellone, riflettici un
po'... Lui dà all'uomo gli istinti, ti concede questo straordinario dono
e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento,
per farsi il suo bravo cosmico spot pubblicitario del film: fissa le
regole in contraddizione, una stronzata universale! Guarda ma non
toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non inghiottire... e mentre tu
saltelli da un piede all'altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a
sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista! È un gran sadico!
È un padrone assenteista ecco che cos'è! E uno dovrebbe adorarlo? No
mai!
- Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso, non è così?
- Perché no? Io sto qui col naso ben ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare. A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato. E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante le sue maledette imperfezioni. Io sono un fanatico per l’uomo! Sono un umanista. Probabilmente l’ultimo degli umanisti. Chi sano di mente, Kevin, potrebbe mai negare che il ventesimo secolo è stato interamente mio? Tutto quanto, Kevin! Ogni cosa. Tutto mio. Sono all’apice, Kevin. È il mio tempo questo. È il nostro tempo.
A beautiful mind
Ho sempre creduto nei numeri, nelle equazioni e nella logica che conduce
al ragionamento ma dopo una vita spesa nell’ambito di questi studi, io
mi chiedo: cos’è veramente la logica, chi decide la ragione. La mia
ricerca mi ha spinto attraverso la fisica, la metafisica, l’illusione e
mi ha riportato indietro e ho fatto la più importante scoperta della mia
carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle
misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica.
Io sono qui stasera solo grazie a te. Tu sei la ragione per cui io
esisto. Tu sei tutte le mie ragioni. Grazie.
La la land
Perché sì, perché sì! Ho fatto un milione di provini, e va sempre allo
stesso modo! Che vengo interrotta perché c’è qualcuno che vuole un bel
sandwich, oppure io sto piangendo e loro si mettono a ridere, e vedo
altre persone nella sala d’aspetto e sono, e sono … come me, ma più
belle e più brave, perché … forse io non sono brava! Magari sono una di
quelle che sognano da sempre di farlo, ma resterà in eterno una chimera …
per me. E anche tu l’hai detto che si cresce e i sogni cambiano. Forse
vale anche per me, non sarò mai un’attrice. E allora mi rimetto a
studiare, e forse trovo qualcos’altro per cui sono portata. Io me ne
sono andata per fare questo. Sono passati sei anni, e non ho voglia di
farlo più.
La 25 ora
Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai sikh e ai pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti! Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici! Aspiranti terroristi, e rallentate, c.!
In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegai Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro the con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove c. siete venuti!
In culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell'apartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell'universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita!!! E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il c. di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, all'Adelphia, alla WorldCom...
In culo ai portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell'assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei pipponi dei dominicani: al loro confronto i portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un'audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell'Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!
In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco: un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluia degli angeli per il resto dell'eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.
In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento. In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia, maledetta puttana!
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers.
In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.
No... No. In culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutto testa di c.!
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai sikh e ai pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti! Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici! Aspiranti terroristi, e rallentate, c.!
In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegai Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro the con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove c. siete venuti!
In culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell'apartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell'universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita!!! E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il c. di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, all'Adelphia, alla WorldCom...
In culo ai portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell'assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei pipponi dei dominicani: al loro confronto i portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un'audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell'Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!
In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco: un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluia degli angeli per il resto dell'eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.
In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento. In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia, maledetta puttana!
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers.
In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.
No... No. In culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutto testa di c.!
Jack
Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci
ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e
ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare:
"io che cosa farò? Chissà dove sarò da qui a dieci anni?" Però io vi
dico: "Ecco guardate me!" Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a
nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci
sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo
d'estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una
stella cadente sfreccerà nell'oscurità della notte col suo bagliore,
esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia
spettacolare.
La la land e il discorso di A beautiful mind mi hanno colpito molto :) Dal film La la land avevo proprio estrapolato questo senso di inadeguatezza, di non sentirsi abbastanza... che spesso è legato anche a circostanze più o meno fortunate
RispondiEliminaEsatto! E come si sono aiutati a vicenda ad arrivare dove dovevano *.*
EliminaI monologhi, credo che non riuscirei a ricordarmene uno adesso, tuttavia ricordo di averli visti tutti questi e quello che più mi ha rimasto impresso è A beautiful mind ;)
RispondiEliminaBellissimo! Il mio preferito resta quello di Al Pacino, anche perché lui è straordinario!
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