Buongiorno Gattolettori,
eccoci qui con un'altra lettura della nostra Simon. Oggi ci parlerà di un libro scritto da Maria Pia Selvaggio, Le padrone di Casa.
eccoci qui con un'altra lettura della nostra Simon. Oggi ci parlerà di un libro scritto da Maria Pia Selvaggio, Le padrone di Casa.
Le padrone di Casa
di Maria Pia Selvaggio
di Maria Pia Selvaggio
Prezzo: € 15,00
Editore: Edizioni 2000diciassette
Pagine: 173
Pubblicazione: 3 febbraio 2018
Un omicidio. Il lettore rimbalza dalla morte al di là del tempo, in un mondo di potere e sangue. Il nuovo romanzo di Maria Pia Selvaggio ha un volto densamente femminile: "Le padrone di casa". Sono loro a sentenziare morte e paventare "salvezze", tessendo il putrido filo sotterraneo del malaffare. Fratture brucianti, "femmine qualificate", in un dramma carnale dove si sfiora la cronaca nel racconto intimista e spietato di una profonda corruzione. Vittime e carnefici quasi arrivano a confondersi nelle scelte che si succedono inevitabili, ma consapevoli. L'autrice scava nelle viscere di una camorra al femminile, genitrice e incubatrice del male assoluto. La vecchia generazione traccia il cammino e passa il testimone alla nuova: donne "forti e più agguerrite che mai!". La ricchezza e il potere abbracciano l'ancestrale marciume e si aprono su di un vizioso palcoscenico dove affari e collusioni, nomi e corpi, si addensano in una Napoli sfocata che distoglie lo sguardo e prende le distanze da un'umanità piegata su se stessa e sulle proprie letali debolezze.
RECENSIONE
E adesso me ne vado, sono un poco stanco ed ho un poco da fare, sopra a quelle nuvole. Un attico, preparatemi un attico. E pulite il sangue, sennò ve lo portate fino a casa vostra a Salvatore, sotto le suole! Il destino chiama le "donne". Sangue chiama sangue, le mie sorelle: pulite, educate, colte: cammoriste!
Il traffico di droga, prostituzione, usura, edilizia, è tutto nelle loro mani, grazie alla collusione con polizia, clero, affaristi dell'economia e della finanza.
La comorra non è più antagonista dello stato, ma una sorta di controparte, una forza riconosciuta, rispettata, efficente e temuta. Essa controlla una enorme parte del potere politico-istituzionale, gestisce le grandi opere pubbliche e assicura un certo ordine sociale. Lo stato finisce, così, per finanziare la camorra, potenziandola e legittimandola...
Nell'ultima parte la storia evolve, tutte le donne riunite, parlano, ed è come se si confessassero, l'una all'altra. E nel finale un barlume di luce, una donna, donna sì, ma non camorrista, un commissario che tenta di fare giustizia ma che capisce che ogni singola particella attorno a se, è corruzione. La luce si spegne.
La scrittura è complessa, articolata, profonda e allo
stesso tempo attaccata alla realtà insinuante, fosca, sotterranea.
Un'autrice talmente abile da far risultare la sua scrittura ricercata piena
di metafore, similitudini e ricercatezze linguistiche, naturale e
realistica.
Una storia che va al cuore dei sentimenti dell'umanità, quelli più reconditi, malvagi con una ricerca di vocaboli, espressioni desuete mai ordinarie ne banali. Il risultato è forte, poderoso.
Una storia che va al cuore dei sentimenti dell'umanità, quelli più reconditi, malvagi con una ricerca di vocaboli, espressioni desuete mai ordinarie ne banali. Il risultato è forte, poderoso.
La capacità descrittiva, di ambienti, personaggi, atmosfere, è davvero notevole a tratti come dei flash di una fotografia.
Agghiaccianti e dure come un colpo allo stomaco le righe sui chirurghi in partenza alla ricerca di organi umani. Bello il pezzo in cui una delle donne camorra sogna ad occhi aperti di uccidere l'amante del marito, così raccapricciante e sanguinolento da sembrare un monologo di una tragedia greca.
Un pensiero, ovvio, durante la lettura: come è possibile? Tutte queste donne, tutte convergenti verso un'unica direzione, nessuna ribellione. Come è possibile questo abbraccio alla criminalità che diventa normalità. Loro risponderebbero così:Agghiaccianti e dure come un colpo allo stomaco le righe sui chirurghi in partenza alla ricerca di organi umani. Bello il pezzo in cui una delle donne camorra sogna ad occhi aperti di uccidere l'amante del marito, così raccapricciante e sanguinolento da sembrare un monologo di una tragedia greca.
No, non avrò rimorsi. A Napoli, o sei camorrista, o fai la fame.
O sei nobile, o non vali nulla!
O tieni i soldi, o non campi!
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