Se siete alla ricerca di una serie tv scacciapensieri, con una buona dose di frivolezze e cliché, ma soprattutto politicamente scorretta verso l’intera popolazione francese, allora Emily in Paris è ciò che fa per voi.
Protagonista della storia è Emily, interpretata dalla bellissima Lily Collins, una social media strategist che da Chicago viene mandata a Parigi dalla propria azienda. La ragazza da subito si ambienta nella Ville Lumière, tra party esclusivi, incontri con famosissimi influencer e look sempre chic e alla moda.
Non è tanto l’eccesso di preconcetti o l’abuso di categorizzazioni a spingere questo show verso i limiti del kitsch, quanto la sua presunzione di mostrare allo spettatore qualcosa di autentico e genuino. Perché, e ve lo posso garantire, di autentico e genuino questa serie non ha proprio nulla. Si tratta di episodi studiati a tavolino per filtrare in maniera artefatta un mondo che in realtà non esiste o, meglio, non è neppure lontanamente somigliante a quello che vogliono propinarci. Emily in Paris prova a illuderci che bastino degli abbinamenti glamour e un account Instagram su cui pubblicare foto dalla città più romantica del mondo per diventare delle influencer di grido. Tutto questo mentre i francesi ne vengono fuori a pezzi, vittime di infimi stereotipi culturali, indifendibili e privi di senso.
Bisogna dire che non vengono applicati sconti neppure all’americanissima Emily, ovvero la quintessenza della grossolanità secondo i ben più raffinati parigini. Eppure, puntata dopo puntata, avviene un tentativo maldestro di sdoganare la presunta mancanza di signorilità della protagonista, spacciandola per ingenuità e purezza, mentre i suoi comprimari d’oltralpe si ostinano a trincerarsi dietro la loro famigerata puzza sotto il naso. Insomma, non dico che i francesi sarebbero dovuti accorrere in massa sotto gli studi Netflix come un tempo fu alla Bastiglia, ma i presupposti non mancano di certo.
Nonostante questo elenco di difetti macroscopici, la serie si lascia guardare e buona parte del merito va senza dubbio a Patricia Field, già costumista di quel gioiello fashion che è stato Sex and the City.
In conclusione, leggerezza, innamoramenti lampo e vestiti, vestiti, vestiti: questo è stato per me Emily in Paris.
- Il creatore della serie è Darren Star, già noto per Sex and the City.
- Lucas Bravo (Gabriel), che interpreta il ruolo di chef nello show, è stato chef anche nella vita reale.
- Sebbene Emily non spiccichi una parola di francese, Lily Collins lo parla fluentemente.
- La pronuncia corretta di Paris nel titolo è quella francese. Solo così il nome della città e quello della protagonista rimano.
- La serie è stata girata interamente a Parigi, nessun luogo è stato ricreato in post-produzione.
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