Eccomi nuovamente qui readers,
con un altro appuntamento dedicato alla Rubrica di Pagina 69 in cui abbiamo ospitato Franco Casadidio e il suo libro Il volo del canarino
Pagina 69
Autore Emergente se ti sei appena sintonizzato sul mio
blog, il giovedì è dedicato a te quindi scegli come vuoi avere un po' di
visibilità (segnalazione o pagina 69) e invia un email a gattolibraio@libero.it con il libro
Sia per la pagina 69 che per la segnalazione dovrai inviarmi il seguente materiale:
- Libro da segnalare
- Piccolo estratto a piacere del libro
- Biografia
- Foto autore/autrice o qualcosa che vi rappresenti
Avviso: Tutte le email sprovviste di questo materiale non saranno neanche prese in considerazione
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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
IL VOLO DEL CANARINO - FRANCO CASADIDIO
Prezzo: €15,00
Editore: Morphema
Link Acquisto QUI
Alcuni tra i più grandi avvenimenti storici della prima metà del '900 fanno da sfondo alla vicenda umana e sentimentale dei protagonisti. Jürgen, rampollo di una famiglia dell'aristocrazia bavarese nonché ufficiale delle SS e Sara, ebrea per parte di madre, discriminata e perseguitata in base alle leggi di Norimberga varate da Hitler nel 1936. Dalla firma della resa tedesca nel 1918 alla crisi del '29; dai primi anni del movimento nazista alla presa del potere nel gennaio del 1933. Dalla “notte dei lunghi coltelli” a quella dei “cristalli”; dai tentativi di assassinare Hitler fino alla disfatta finale, passando attraverso la Conferenza di Wannsee e l'assassinio di Heydrich, ogni episodio, raccontato con precisione storica, vede partecipi a vario titolo i protagonisti del romanzo, in una narrazione che si concluderà solo a metà degli anni '80.
ESTRATTO
IN CAMMINO VERSO CASA
(nov. 1918)
Il fango arrivava, ormai, quasi alle ginocchia.
Dodici ore erano passate da quando il battaglione si era messo in marcia lungo la via del ritorno e, ad eccezione di una breve sosta verso mezzogiorno, il cammino era stato ininterrotto. Dopo giorni di pioggia, le strade ed i campi erano ridotti ad un’informe poltiglia di terra che si attaccava agli stivali appesantendo i passi fino a rendere la ritirata una triste e faticosa marcia dei dannati.
A queste latitudini capita spesso che l’autunno si travesta da inverno e gli alberi spogli, con i rami desolatamente nudi, sferzati dal vento, stavano lì a dimostrarlo.
Le cime più alte dei Vosgi erano già coperte da una sottile coltre di neve che svaniva quanto più ci si avvicinava alla grande pianura sottostante - luogo di incontro tra Francia e Germania - una distesa di prati, campi e boschi da sempre contesa tra i due Paesi vicini, terreno di battaglia fin dai tempi più antichi.
(nov. 1918)
Il fango arrivava, ormai, quasi alle ginocchia.
Dodici ore erano passate da quando il battaglione si era messo in marcia lungo la via del ritorno e, ad eccezione di una breve sosta verso mezzogiorno, il cammino era stato ininterrotto. Dopo giorni di pioggia, le strade ed i campi erano ridotti ad un’informe poltiglia di terra che si attaccava agli stivali appesantendo i passi fino a rendere la ritirata una triste e faticosa marcia dei dannati.
A queste latitudini capita spesso che l’autunno si travesta da inverno e gli alberi spogli, con i rami desolatamente nudi, sferzati dal vento, stavano lì a dimostrarlo.
Le cime più alte dei Vosgi erano già coperte da una sottile coltre di neve che svaniva quanto più ci si avvicinava alla grande pianura sottostante - luogo di incontro tra Francia e Germania - una distesa di prati, campi e boschi da sempre contesa tra i due Paesi vicini, terreno di battaglia fin dai tempi più antichi.
Il silenzio, quasi irreale, era rotto soltanto dal rumore dei passi delle migliaia di uomini che, dopo mesi di combattimenti, avevano ripreso la strada di casa e dal nitrire dei cavalli costretti a trainare pesanti affusti di cannone da centinaia di chili. Sotto il peso delle armi le ruote dei carri affondavano nel fango fin oltre i mozzi, rendendo difficile il lavoro di quelle povere bestie, stremate dalla fatica e dalla fame. A nulla servivano le percosse inferte loro dai soldati con pesanti rami utilizzati come fruste, spesso con tale violenza da lacerare la pelle fino a farla sanguinare.
Non una miglior sorte attendeva i feriti, trasportati dai propri commilitoni adagiati su barelle fatte di bastoni, legno e stracci intrecciati tra loro. La pioggia battente inzuppava le loro uniformi, infradiciava i tessuti utilizzati come giacigli ed il legno della struttura, fino a far collassare tutto, facendo finire in terra i malcapitati che spesso venivano abbandonati al loro triste destino; lasciati in mezzo al fango, destinati a morire di fame e di freddo, l’immagine del proprio esercito che si allontanava come ultimo fotogramma di quel drammatico film i cui titoli di coda avevano già iniziato a scorrere.
Truppa, sottufficiali, ufficiali: non c’era più molta distinzione in quella massa di uomini che, nonostante tutto, in maniera ordinata e composta, marciava meccanicamente verso la propria patria.
Resisteva ancora la disciplina militare, il rispetto del grado e degli ordini ricevuti, anche se, chilometro dopo chilometro, era come se ci si stesse spogliando sempre più della divisa militare per rientrare, pian piano, negli abiti civili indossati fino a qualche anno prima.
FRANCO CASADIDIO
Sono nato a Terni nel 1969, dove mi sono diplomato come perito elettrotecnico presso il locale Istituto Tecnico Industriale nel 1988, attualmente sono impiegato presso la segreteria del Liceo Scientifico “Galilei” di Terni.
La mia passione per la Germania in generale e per la città di Monaco di Baviera in particolare, mi hanno portato a collaborare dal 2004 con le riviste bavaresi “INTERventi” e “Rinascita Flash”.
Il primo libro dal titolo “Quando arriverà la primavera”, cinque storie ambientate a Monaco di Baviera, è risultato vincitore dei seguenti premi letterari: Terzo posto III edizione Premio Nazionale "Giovanni Bovio" di Trani (BT), 1 settembre 2018; Opera finalista X edizione premio letterario nazionale "Patrizia Brunetti" 2017; Menzione d'onore IV ediz. Premio Letterario Internazionale "Vinceremo le malattie gravi" Sesto San Giovanni (MI), 15 ottobre 2016; Menzione speciale premio letterario S. Ambrogio, Milano, 2016; Primo Classificato - XV Premio letterario città di Terni "Logo d'oro" sez. narrativa edita, Terni, settembre 2015; Menzione speciale premio letterario "Dolce sole" Gissi (CH), 15 novembre 2015; Vincitore premio letterario "Insieme nel mondo", Città di Savona 2015.
Il secondo, dal titolo “L’impronta del diavolo” è stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Morphema di Terni; si tratta della storia di due giovani fidanzati che, nella Germania della metà degli anni ‘80 alle prese con il terrorismo della RAF, entrano a far parte del gruppo eversivo, con tutto quello che questa scelta comporta da un punto di vista materiale e morale.
Il libro ha ottenuto il prestigioso premio giornalistico letterario “Piersanti Mattarella 2018” di Palermo (4° posto ex-aequo) oltre a tutta una serie di altri riconoscimenti: Opera finalista prima edizione premio letterario nazionale "Villotte 2017: storie in cammino...un cammino di storia" Pordenone, 12 maggio 2018; Menzione speciale della giuria II edizione Premio Nazionale "Giovanni Bovio" Trani, 9 settembre 2017; Menzione speciale della giuria e opera finalista XV concorso letterario "Insieme nel mondo" Savona, 9 settembre 2017; Premio speciale della giuria XXXVIII concorso letterario "Sesto Properzio”, Spello (PG), 31 dicembre 2016; Terzo Classificato - XVI Premio letterario città di Terni "Logo d'oro" sez. narrativa edita Terni, settembre 2016; Menzione speciale della giuria - IV edizione Concorso Letterario Internazionale "Il Picchio" San Giuliano Milanese, 15 ottobre 2016; Menzione speciale della giuria, Premio culturale Nazionale "C. Beccaria" - Milano, 2016.
Allora che cosa ve ne sembra? Vi ho incuriosito? Correte ad acquistarlo...
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