Dopo aver analizzato le categorie tecniche suono, montaggio ed effetti speciali (qui: https://ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com/2021/04/il-trono-di-pellicole-verso-gli-oscar.html), quelle del trucco e acconciature, costumi e scenografia (qui: https://ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com/2021/04/il-trono-di-pellicole-verso-gli-oscar_01854871056.html), e quelle di fotografia, colonna sonora, canzone e sceneggiatura originale e non originale (qui: https://ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com/2021/04/il-trono-di-pellicole-verso-gli-oscar_01197800433.html),
oggi parliamo degli attori, dei registi e dei film in gara per le
categorie Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista,
Miglior Attrice Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior
Attrice Non Protagonista.
The Father
Judas and the Black Messiah
Mank
Minari
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7
Ci sono dei titoli che sono stati acclamati dalla critica e premiati più degli altri: The father, Nomadland, Minari su tutti. Seguono Mank, Judas and the Black Messiah, Una donna promettente; e ancora Il processo ai Chicago 7 e Sound of Metal. Ognuno di questi ha almeno un motivo per cui dovrebbe essere premiato, ma l’Oscar per il Miglior Film non è certo da poco. Sound of Metal risulta gradevole perché un po’ diverso dal solito, con la discesa di un musicista verso un mondo senza suoni, per la prima volta; Una donna promettente mette al centro la questione delle violenze sulle donne, e non è da poco; Il Processo ai Chicago 7 ha un ritmo serrato, riesce a interessare e a non annoiare; Mank è il dietro le quinte di uno dei capolavori del cinema, Quarto Potere; Judas and the Black Messiah parla di un altro grande problema, quello del razzismo, ripercorrendo la storia delle Pantere Nere; Nomadland mostra la reazione e il riscatto voluto da una società al collasso; Minari porta nuovamente in luce la Corea, dopo il grande successo di Parasite, e lo fa con la storia di una famiglia e del suo adattamento a una nuova vita. I pronostici in questo caso non sono così scontati, Nomadland sembrerebbe il favorito, ma… potrebbero anche esserci sorprese.
Thomas Vinterberg, Another Round
David Fincher, Mank
Lee Isaac Chung, Minari
Chloe Zhao, Nomadland
Emerald Fennel, Una donna promettente
Chloé Zhao è con il suo Nomadland sotto i riflettori anche in questa categoria. Conosciuta per i lungometraggi Songs my brithers taught me e The Rider, la Zhao è una new entry nel mondo degli Oscar, e lo fa dopo un tempo relativamente breve di produzione cinematografica. Stesso discorso per Lee Isaac Chung, regista di Minari, e per Emerald Fennel, attrice britannica, qui al suo esordio alla regia con Una donna promettente, prodotto da Margot Robbie. Tra i veterani della macchina da presa troviamo invece il regista danese Thomas Vinterberg con Another Round e, soprattutto, David Fincher con Mank – conosciuto, tra gli altri, per Alien, Seven, Fight Club, Panic Room, Il Curioso caso di Benjamin Button. Chi può vincere? Anche qui i pronostici puntano sulla Zhao, e forse non sbagliano poi tanto.
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces of a Woman
Frances McDormand, Nomadland
Carey Mulligan, Una donna promettente
In questa categoria concorrono attrici che sono state semplicemente fantastiche, da Viola Davis – che preferisco tra tutte le candidate per la sua interpretazione in Ma Rainey’s Black Bottom – all’acclamata Vanessa Kirby per Pieces of a Woman. Carey Mulligan ha già portato a casa i premi di questa categoria dal Los Angeles Film critics Assosation Awards e dal San Diego Film Critics Society Awards, mentre Frances McDormand si è aggiudicata il Chicago Film Critics Association Awards, il National Society of Film Critics Awards e il Satellite Awards.
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Glenn Close, Elegia americana
Olivia Colman, The Father
Amanda Seyfried, Mank
Yuh-Jung Youn, Minari
Glenn Close, a mio parere, è magnifica in tutto ciò che fa, ed è così anche questa volta in Elegia Americana. Come Olivia Colman, anche lei straordinaria. Ma Maria Bakalova stupisce in Borat per la sua interpretazione, meritevole di questa statuetta. Amanda Seyfried è bellissima anche in bianco e nero, mentre Yuh-Jung Youn si è già aggiudicata il BAFTA, il Boston Society of Film Critics Awards, il Los Angeles Film Critics Association Awards e lo Screen Actors Guild Awards in questa categoria.
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah
Leslie Odom, Jr., Quella notte a Miami…
Paul Raci, Sound of Metal
Lakeith Stanfield, Judas and the Black Messiah
Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah è il favorito in questa categoria dopo aver conquistato il BAFTA, il Golden Globe, lo Screen Actors Guild Awards e il Critics’ Choice Awards. Segue Paul Rauci con il Los Angeles Film Critics Association, il National Board Review e il National Society of Film Critics Awards.
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