Quanto è importante internet per noi?
Una domanda forse inutile, perché, diciamocelo, chi si ricorda più com’era stare senza? Per le generazioni che ci sono nate e cresciute, poi…
Scheda Serie TV
Una relazione raccontata da due diverse prospettive: la storia di due innamorati nata nell'era del modem a 56k continua attraversando anni di continuo cambiamento in cui i rapporti umani, l'amore e l'amicizia restano le uniche, vere costanti.
RECENSIONE
Ma c’è stato un momento preciso, un punto esatto da cui tutto è iniziato e dopo il quale niente è stato più come prima. Se l’avete dimenticato o non avete avuto la possibilità di viverlo, nessun problema: Generazione 56k è qui apposta per voi.
La serie si sviluppa su due piani temporali, uno contemporaneo e l’altro ambientato nel 1998, con gli stessi protagonisti in età preadolescenziale. La generazione 56k, appunto.
La serie si sviluppa su due piani temporali, uno contemporaneo e l’altro ambientato nel 1998, con gli stessi protagonisti in età preadolescenziale. La generazione 56k, appunto.
Nella nostra epoca, questi giovani poco più che trentenni utilizzano social, siti per incontri, lavorano come programmatori informatici, ma hanno grosse difficoltà di comunicazione, denotando un’incapacità di fondo nelle relazioni sentimentali. La loro versione fine anni ‘90, invece, al primo approccio con internet e con le scariche ormonali, sembra essere più genuina e autentica, meno contaminata dal cambiamento e soprattutto maggiormente incline alla scoperta.
Qualcuno dirà che è colpa, o merito, dell’età, ma non si tratta solo di questo. La serie racconta in maniera esemplare cosa significhi frequentare le scuole medie prima del nuovo millennio, perché c’è differenza tra crescere con il sapere, gli amici e i sogni a portata di click e doverlo fare senza.
Qualcuno dirà che è colpa, o merito, dell’età, ma non si tratta solo di questo. La serie racconta in maniera esemplare cosa significhi frequentare le scuole medie prima del nuovo millennio, perché c’è differenza tra crescere con il sapere, gli amici e i sogni a portata di click e doverlo fare senza.
Allo stesso tempo, però, Generazione 56k è anche una grande storia d’amore, che attraversa il tempo e si trasforma, diventando attuale. Un’operazione nostalgia, quindi, che ha la capacità di riportarci al presente con un miscuglio di risate, lacrime e intrattenimento. Come dire: ce n’è un po’ per tutti i gusti ed è in grado di accontentare persino i palati più esigenti.
Se non vi ho ancora convinti, aggiungo che parte delle vicende è ambientata nella splendida cornice dell’isola di Procida.
Inutile sottolineare che consiglio la visione di questa serie, conclusiva nella sua brevità (anche se già si vocifera di una seconda stagione) ed estremamente godibile.
Inutile sottolineare che consiglio la visione di questa serie, conclusiva nella sua brevità (anche se già si vocifera di una seconda stagione) ed estremamente godibile.
E ora l’appuntamento ormai fisso con le curiosità:
- Generazione 56k è prodotta da Cattleya in collaborazione con The Jackal per Netflix.
- Gianluca Fru e Fabio Balsamo dei The Jackal interpretano i due storici migliori amici del protagonista.
- Angelo Spagnoletti (Daniel) esordisce come attore di teatro, prendendo parte alla messa in scena di diverse opere shakespeariane e pirandelliane, prima di passare a serie web e cortometraggi.
- Cristina Cappelli (Matilda) ha trascorsi nella danza e nel canto (è mezzosoprano). Ha lavorato con Boldi e De Sica, sebbene ricoprendo solo ruoli marginali.
- La serie nasce da un’idea di Francesco Ebbasta, uno dei membri fondatori dei The Jackal.
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