Regia di Sôshi Masumoto, con Marika Itô, Kaneko Daichi, Yumi Kawai, Kirara Inori.
RIVEDIAMO...IT'S A SUMMER FILM!
Tra i titoli presenti al Japanese Film Festival 2022 a cura dell'Istituto Giapponese di Cultura It's a summer film! mi ha incantato. Non mi sarei mai aspettata che tra tutti i meravigliosi film visti durante il festival proprio questo titolo entrasse così tanto nei miei pensieri.
Protagonista è la studentessa liceale Hadashi "Piedi scalzi", innamorata dei vecchi film sui samurai e con l'aspirazione a una carriera da regista. Quando il Film Club della scuola respinge una sua sceneggiatura, decide di realizzare comunque il film insieme ai suoi amici e a un ragazzo appena conosciuto, Rintaro. Inizialmente contrario a prendere parte alle riprese, il nuovo arrivato si lascerà convincere dalla passione per il cinema di samurai che lo accomuna ad Hadashi.
Da qui, se non avete visto il film e non volete rovinarvi la sorpresa, non proseguite la lettura!
SPOILER!
SPOILER!
Cosa rende speciale questo film e cosa mi ha colpita così tanto da pensarci e ripensarci? Una frase detta da Rintaro, un concetto semplice e terribilmente sensato: nel futuro, da dove il ragazzo proviene, non esiste più il cinema, perché le persone non hanno tempo per guardare un film, per ascoltare una storia; così i film, le storie, si sono ridotti fino alla durata di pochi secondi. Più ci penso, più rabbrividisco, perché suona terribilmente possibile. Già adesso siamo sempre meno disposti ad ascoltare, a concentrarci per più di qualche minuto, a sentire le parole degli altri, a imparare al di fuori dei nostri limitati gusti. Scegliamo e selezioniamo continuamente, perché non abbiamo il tempo per conoscere e crescere. Non crediamo sia necessario confrontarci con altro e siamo sempre più chiusi nel nostro piccolo mondo, fatto delle medesime cose e delle idee che ci hanno circondato da sempre. E poi i film, specchio dei sogni, tramite con la realtà, abisso assoluto in cui perdersi per qualche ora e dimenticare il mondo, contenitore di emozioni, di conoscenza, di confronto. Il cinema bistrattato, dimenticato, cancellato che risuona nella mia testa dopo le parole di Rintaro. Può scomparire il cinema? Può perdere la sua importanza? In questa epoca così veloce, potrebbe, e noi appassionati di film e di sogni ci ritroveremmo come Rintaro e Hadashi in una nostalgia che non si accetta, impotenti e al tempo stesso testardi nel far qualcosa per tornare indietro. Ed è per questo che Rintaro torna indietro nel tempo, per guardare quel primo film della sua regista preferita (proprio Piedi Scalzi) andato distrutto per motivi inizialmente sconosciuti - che verranno resi noti allo spettatore una volta spiegato che il ragazzo non poteva comparire in un film di moltissimi anni prima.
Un altro concetto importante espresso dal film è quello della memoria. Non una memoria intesa nel modo più comune, ma una memoria fatta e costruita sulle ragioni: anche se il film è andato distrutto, Hadashi ha fatto talmente suo il dolore di un futuro senza cinema che non ha bisogno di avere quel film tra le mani, di ricordare le esatte parole di Rintaro, né di rivedere le scene del suo girato o di rimanere fedele a una sceneggiatura; lei può proseguire la sua missione anche da sola, quella di lottare contro la scomparsa del cinema attraverso il suo cinema. Fare film non solo per passione, ma per una causa, per uno scopo importantissimo che accomuna così tanti cuori. C'è un mondo di cose in gioco, che non possono essere messe da parte nemmeno nel futuro più lontano.
Ne riuscii a vedere solo due, ma non questo, sarà per la prossima volta ;)
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