Buongiorno Gattolettori,
oggi sono qui per presentarvi la seconda tappa del Blogtour dedicato al romanzo d'esordio di Matteo Corvino, Berith. L'alleaza.
di Matteo Corvino
Pagine: 304
Monaco di Baviera. Teo è un giovane ricercatore, impegnato nel campo dell'architettura sacra. In un momento di crisi del suo percorso accademico, riceve l'inaspettata visita del signor Kramer, un anziano gentiluomo in possesso di uno strano reperto, custodito dalla sua famiglia da generazioni. Invogliato dalla promessa di un lauto compenso, Teo accetta l'insolito l'incarico di indagarne l'origine e di stimarne il valore, arrivando così a scoprire che l'oggetto ha in effetti più di 3000 anni. Ma da dove proviene? Come ne è venuto davvero in possesso Kramer? Chi è Stern, l'amico fin troppo interessato a tutta la faccenda? E perché i due spariscono senza lasciare traccia proprio quando Teo nota le prime incongruenze? Per ottenere risposte che sembrano non voler essere trovate, Teo si spingerà in una ricerca sempre più insidiosa, fino a svelare, tra sacro e profano, un segreto dalle radici antichissime.
Quanti anni ha: all’epoca di Berith, 30.
Che lavoro fa: È ricercatore universitario. Il suo campo di studi è l’architettura sacra
Tre pregi e tre difetti: Inizio con i difetti: testardo, orgoglioso, tende a mettere il naso dove non dovrebbe. Ma questi sono anche pregi, no? Aggiungerei intelligente.
Dove vive: a Monaco di Baviera, lavora presso la Technische Universität (TUM).
Ciao Teo e grazie per questa intervista. Come descriveresti l’avventura che vivi in BERITH - L’ALLEANZA?
È
la storia di una persona normalissima, forse un poco depressa, che si
ritrova coinvolta in una cosa enorme. La ragione gli direbbe di lasciar
perdere, di non immischiarsi, ma lui non ce la fa, ha bisogno di vivere
un’avventura che, al pari di una droga, gli faccia dimenticare il suo
fallimento accademico. Così, ci si butta di testa, non può fare a meno
di capire, perché ha bisogno di dare un senso alla sua vita e crede che
andare in fondo a questa storia glielo darà. Ma fa irritare alcune
persone, che non vogliono essere ostacolate dal primo cretino che passa.
Quel cretino sono io, appunto.
Qual è il tuo personaggio preferito del libro?
Nonostante
tutto quello che è successo, non posso fare a meno di provare un certo
rispetto per Stern. E, anche se siamo partiti con il piede sbagliato,
devo ammettere che Sara mi piace. E non lo dico solo perché ha ospitato
me e Agata quella notte che scappavamo da Pienza.
E il tuo momento preferito?
Quando
mi sono lasciato andare completamente, e ho deciso di seguire questa
storia fino in fondo. Adesso che ci penso, non ricordo esattamente
quando sia successo: forse quando ho preso l’aereo per Amman. O forse lo
avevo già deciso quando da Monaco sono partito per la Toscana. Mah.
Pensi di essere cambiato dall’inizio alla fine del libro?
Direi
di sì. All’inizio di questa storia ero parecchio confuso, e un tantino
apatico. Ora sento di essere molto più deciso, sicuro di me, ma sono
anche più arrabbiato, e quello non è necessariamente un bene. Il mio
stomaco ne risente.
C’è una cosa che Matteo Corvino (l’autore, ndr) ti ha fatto fare ma tu non avresti voluto?
Non
sono sicuro che trattare Agata in quel modo sia stata una buona idea. A
dire il vero, niente di quello che ho fatto è stata propriamente una
buona idea.
Ma si fa quel che si ha da fare, come dicevano gli Arditi. Non ci può sottrarre alla propria chiamata, giusto?
Allora che cosa ve ne sembra? Vi ho incuriosito?
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