I primi due episodi della serie Nuovo Santa Clause Cercasi, ideata da Jack Burditt con Tim Allen, sono disponibili su Disney +!
NUOVO SANTA CLAUSE CERCASI
Era il 1994 quando Tim Allen vestì per la prima volta i panni di Babbo Natale in Santa Clause di John Pasquin. Al primo film seguirono Che fine ha fatto Santa Clause? (2002) e Santa Clause è nei guai (2006). Ora torna a indossare l'uniforme più morbida e rossa che ci sia, sempre al fianco di Elizabeth Mitchell.
La direzione della mini serie si vede fin dai primi due episodi: ambientata ai giorni nostri - e questo è il fattore più importante, tra poco vedremo perché -, la storia vede un Babbo Natale prossimo alla pensione e con qualche "problema magico". I suoi poteri sembrano fare cilecca, nonostante la voglia di essere Babbo Natale sia ancora tanta. Importante l'ambientazione temporale proprio perché causa e conseguenza di un drastico distacco dai precedenti film. Erano gli anni '90, e poi erano i primi 2000, anni in cui si poteva dire quasi tutto, o meglio, si poteva affrontare quasi tutto con leggerezza. La battuta contenuta nei primi episodi della nuova serie in cui Babbo Natale dice "non si può più augurare Buon Natale!" ha suscitato le polemiche del web, che riconduce la frase al dibattito politico che vede la frase incriminata come non comprensiva di chi il Natale non lo festeggia. Come ho detto più volte, bisogna guardare al contesto. Siamo in un film natalizio, sfornato per chi ha amato i precedenti titoli e chi festeggia il Natale. Il Babbo Natale in questione non trova più il suo posto in un mondo che crede sempre meno in lui, nella magia e nel Natale. Un mondo in cui ogni parola deve essere pensata dieci volte prima di essere pronunciata, in cui ogni azione suscita la polemica di qualcuno. Ci sono varie scene che sottolineano questa difficoltà, sia al tavolo di riunione con gli elfi sia in un dialogo con la figlia (non spoileriamo). Dunque, qual è la colpa della Disney questa volta? Che sembra far male se include e se esclude? Non viene offeso nessuno nelle battute di questa miniserie, le offese sono ben altre. E il tema del disincanto del mondo, delle difficoltà che incontriamo giornalmente, dei problemi che ci facciamo per dire qualunque cosa sono temi quotidiani, non di un telefilm natalizio. La mini serie è partita bene, ruota attorno a una storia interessante e molto moderna - con tanto di aziende che cercano un modo per consegnare velocemente i prodotti, droni e quant'altro -, e come sempre ben recitata. Mantiene le battute "zuccherose", i colori della festa e tutti gli ingredienti natalizi, ma è decisamente un prodotto più maturo e coraggioso dei precedenti, meno spensierato e, forse, è anche un po' un peccato.
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