Il documentario in cui Selena Gomez si racconta è disponibile su Apple Tv.
SELENA GOMEZ: MY MIND AND ME
Selena Gomez da piccola star della Disney a cantante amatissima. Ma anche Selena Gomez da fidanzata di Justin Bieber a donna. Tante le etichette che vengono usate per star e non, e tutti abbiamo in comune una cosa: siamo stanchi di queste descrizioni stampate sulla nostra fronte. Selena Gomez si racconta per la prima volta in modo onesto e diretto, senza peli sulla lingua, in un documentario che ha già conquistato il pubblico.
Dice di avere un corpo da maschiaccio, di non possedere le sensuali curve femminili che farebbero risaltare gli abiti meravigliosi creati per lei. E poi dice di non trovarsi a suo agio con quel vestito bruttissimo, di non essere brava. Si scusa con chi l'ha ingaggiata perché, sempre a detta di Selena, lo show che sta per proporre è uno spettacolo da bambinetta Disney. Invece, quello show era il Revival Tour. Indimenticabile per tutti i fan della cantante che, evidentemente, si sbagliava. Ma è proprio da quel tour che ha inizio il racconto di My mind and me, perché è proprio da lì che Selena ha sentito il bisogno di rallentare.
Il documentario crea fin dall'inizio un effetto odioso verso la vita da superstar: i paparazzi, i gossip infondati, l'invadenza. Tutte cose che nessuno di noi vorrebbe, che cambiano la vita a tal punto che chiunque preferirebbe rinunciare anche alla fama più grande. Ed è il punto su cui ruota il pensiero di Selena che ama la musica, ma non ama ciò che essa comporta quando si avvolge alla notorietà. Ama il pubblico, le persone, sa che il suo talento è lì per fare del bene, per aiutare; ma come si può fare del bene quando in prima persona si sta male?
Così il racconto prosegue con i luoghi d'infanzia della cantante, alla riscoperta di sé stessa, e con il viaggio in Kenya, per tornare con i piedi per terra. Si parla del suo bipolarismo, dei suoi problemi di salute, delle mille difficoltà affrontate e ancora in corso. Si sfiora il tema della pandemia e di una reclusione forzata che ha portato in fumo tantissimi progetti. Si evidenzia l'inutilità dell'80% delle interviste, degli impegni, delle giornate. E si riflette sul fatto che la maggior parte degli affanni non portano a nulla, che il tempo si potrebbe impiegare in modo decisamente più utile. Un bel pensiero che fa riflettere anche noi che superstar non siamo, ma che spesso ci sentiamo allo stesso modo di Selena: come se stessimo perdendo tempo.
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