Perché
il colore della mia pelle è diverso dal suo? Perché i maschi sono
diversi dalle femmine? Perché c’è un bambino nella pancia della mamma?
Perché due uomini si baciano? Perché si muore? Queste sono solo alcune
delle “grandi domande” dei più piccoli che gli adulti si trovano ad affrontare ogni giorno.Per rispondere in modo semplice, ma senza mentire o usare facili scorciatoie QUID+, la linea editoriale educativa firmata da Gribaudo, parte del Gruppo Feltrinelli, ha ideato “Ma perchè?”, un libro nato con l’obiettivo di fornire ai genitori strumenti utili e consigli preziosi per rispondere in modo efficace ai tanti “perché” del proprio bambino, aiutandolo nel suo percorso di crescita e di scoperta del mondo che lo circonda. Il volume, già disponibile nelle librerie dal 15 novembre, è composto da 27 storie dedicate alle domande tipiche dei più piccoli
e descrivono episodi di vita quotidiana in cui i bimbi possono
facilmente identificarsi. Come in tutti i prodotti QUID+, i racconti
sono seguiti dalla sezione rivolta agli adulti, un piccolo manuale che
li guida alla scoperta delle strategie per affrontare in modo semplice queste domande che spesso ci mettono in difficoltà. “Le
continue domande dei bambini non nascono solo dalla necessità di
imparare qualcosa di nuovo a livello cognitivo, ma spesso sono generate
anche da un bisogno di attenzione e rassicurazione. – spiega Barbara Franco ideatrice e autrice della collana QUID+ - È perciò
di fondamentale importanza calibrare bene la risposta, che per essere
adeguata, deve tener conto delle motivazioni che hanno spinto il piccolo
a formulare il quesito e deve essere espressa con un linguaggio
semplice, chiaro e diretto.”
Per accompagnare i genitori nella scelta delle risposte appropriate, Chiara Bosia, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e consulente scientifica di QUID+, è intervenuta fornendo 5 consigli su cosa non fare di fronte ai perché? del proprio figlio:
- Non fingere di non aver sentito
Spesso un “perché”
è accompagnato da un’altra serie di domande per approfondire la
situazione e la continua richiesta di informazioni può portare il
genitore a stancarsi di rispondere e, a volte, a fingere di non aver
sentito. Questo atteggiamento rischia di generare uno stato di
insicurezza e di accentuare il bisogno di attenzioni. Se quando viene
posta la domanda non c’è il tempo necessario per rispondere
adeguatamente, si può rimandare ad un altro momento della giornata, ma è
importante ricordare che dobbiamo validare il “perché” e far sentire il bambino ascoltato e accolto con una spiegazione il più possibile chiara e concreta. Attraverso i “perché” il bambino crea una propria visione del mondo ed è quindi essenziale aiutarlo in questo percorso.
- Non cambiare argomento per indirizzare l'attenzione su altro
Quando
una domanda viene ignorata o elusa, il piccolo, non percependo la
presenza e l’affidabilità della figura adulta, sarà portato a credere di
doversela cavare da solo nei momenti di difficoltà. Pertanto, è giusto
affrontare anche le domande più difficili con sincerità, in quanto
l’essere evasivo del genitore porterebbe il bambino a pensare che non
vale la pena essere curiosi. Se siamo stati colti alla sprovvista e non
ci sentiamo pronti a rispondere nell'immediato, possiamo spiegare al
bambino che la sua domanda è molto importante e che abbiamo bisogno di
tempo per pensare alla risposta migliore da dargli. Il genitore può
anche rispondere con un “non lo so” e
proporre di cercare la risposta insieme. Coinvolgere i più piccoli,
formulando a nostra volta delle domande rivolte a loro, permette di
allenarsi ad approfondire la realtà delle cose in ogni aspetto
possibile, sviluppando il proprio senso critico e di empatia nei
confronti degli altri, che possono avere un diverso colore di pelle,
gender o orientamento sessuale.
- Non dire “te lo spiegherò quando sarai più grande”
La
curiosità dei bambini è limpida e senza alcuna malizia o pregiudizio,
contrariamente a quanto accade a noi adulti che proviamo disagio e
inadeguatezza di fronte a certe domande. I loro “perché”
nascono da sensazioni che provocano loro emozioni e quesiti che sentono
di non essere in grado di gestire da soli. Rimandare la spiegazione a
un momento indefinito di un lontano futuro sminuisce il valore della
domanda stessa e fa percepire al piccolo come sbagliata la propria
richiesta.
- Non dire “quando mamma e papà si baciano la mamma resta incinta e nasce un bimbo”
Dare
risposte fuorvianti può contribuire alla formazione di una visione
irrealistica del mondo circostante e causare una perdita di fiducia da
parte del bambino nei confronti dei genitori, una volta scoperta la
verità. Pertanto, è giusto affrontare anche le domande più difficili con
sincerità, in quanto l’essere evasivo del genitore porterebbe il
bambino a pensare che non vale la pena essere curiosi.
- Non utilizzare l’ironia
I
bambini iniziano a comprendere l’ironia solamente intorno ai 6 anni,
quindi rispondere ironicamente non aiuterebbe di certo il piccolo a fare
chiarezza sui suoi dubbi. Invece, è bene utilizzare parole semplici e
dirette senza giri di parole o l’utilizzo di un linguaggio complesso con
eccessivi dettagli: il bambino non ha bisogno di sapere niente di più
di quello che ha chiesto, ma solo di poche e facili spiegazioni sincere.
*** QUID+ è la linea editoriale a marchio Gribaudo - Idee Editoriali Feltrinelli dedicata al tempo di qualità di genitori e figli rivolta ai bambini da 0 a 7 anni.
Il progetto QUID+ nasce dall’intuizione di Barbara Franco, manager, ma
soprattutto “cuore di mamma”, con l’obiettivo di fornire una maggior
consapevolezza a genitori ed educatori sulle potenzialità di
apprendimento del bambino, per aiutarlo ad esprimere al meglio le
proprie abilità tramite il gioco e il divertimento. Alla base di tutte
le attività e i giochi proposti c’è la consapevolezza di quanto sia
importante per il bambino coltivare una relazione intima e profonda con
l’adulto. www.quid-plus.com |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Nessun commento