Disponibile su Netflix dal 15 dicembre In fuga con Babbo Natale, di Volfango De Biasi, Con Giampaolo Morelli, Ilaria Spada, Enea Indraccolo.
Scheda Film
Antonio ha 7 anni ed è orfano di padre. La sera della vigilia di Natale non vuole doni, vorrebbe solo volare con la slitta di Babbo Natale fino alla stella dove vive il suo papà. Per questo, quando vede Babbo Natale scendere dal tetto di casa sua, decide di seguirlo come suo aiutante. Non sa che sotto la barba e il cappello si nasconde un ladro, che ha deciso di usare questo travestimento per rubare indisturbato. Chi fermerebbe mai Babbo Natale? Casa dopo casa, furto dopo furto, passeranno una notte speciale che non dimenticheranno mai più e che cambierà per sempre le loro vite.
IN FUGA CON BABBO NATALE
Problema: In fuga con Babbo Natale è basato sul film francese del 2014 Le Père Noël (Un amico molto speciale) di Alexandre Coffre. Per chi di voi non lo avesse visto - e vi prego, recuperatelo -, il film si svolgeva nell'arco di una notte, tra la Vigilia di Natale e Natale. La magia delle feste, un bambino dolcissimo e un ladro dal cuore tenero sono gli ingredienti di questo film commuovente di quasi un decennio fa, ma che tocca sempre delle corde dentro di noi. La storia raccontava di un bambino che incontrava un ladro vestito da Babbo Natale e, convinto fosse il vero Santa Clause, decideva di seguirlo per realizzare il suo sogno, che verrà svelato solo nell'arco del film: raggiungere la stella in cui, secondo i racconti della mamma, viveva il suo papà, venuto a mancare qualche anno prima. Il piccolo Antoine era gelosissimo dei ricordi col suo papà, li custodiva come un tesoro prezioso e voleva credere con tutto il cuore che davvero ci fosse una stella da poter raggiungere per rivederlo, anche per pochi minuti. Il bambino aveva anche l'asma, cosa che aggiungeva specificità al suo personaggio, che lo caratterizzava immediatamente rendendo visibile ciò che lo irritava, infastidiva, preoccupava. Il ladro, invece, doveva raccogliere una cifra molto alta entro poche ore, aveva un permesso dal carcere e mostrava segni di cedimento davanti al faccino tondo e tenerissimo di Antoine. Alla fine, tra l'altro, sconta la sua pena e solo dopo riesce a reinserirsi nel mondo del lavoro onestamente, come si evince dal finale.
Si può dire lo stesso per In fuga con Babbo Natale? Ovviamente no. Se preso a sé, il film è anche godibile. Il problema è il paragone con il film che lo ha ispirato: manca totalmente di quella tenerezza narrativa e recitativa che sono il cuore del film francese. Sembra di trovarsi di fronte a due ladri, uno di professione e l'altro più piccolo ma già portatissimo per il crimine. Antonio - il bambino - usa la storia del papà per commuovere un guardiano e aiutare il ladro a compiere l'ultimo furto... Quella storia commuovente che nell'originale ci veniva svelata solo a metà film, e che spezzava il cuore. Poi ci sono i classici italiani, ovvero dialoghi lunghissimi, una scena che riprende i mondiali dell'82 (non è un film italiano se non si cita almeno un calciatore/mondiale/partita a quanto pare), le scene riempi-spazi (il flirt della madre di Antonio con un latin lover, cosa che cambia anche in questo caso il personaggio originale). L'impressione è quella di trovarsi davanti a dei personaggi che fanno i criminali per vendicarsi di persone ancora più criminali, ma che lo fanno per servire dei criminali. E cosa resta del Natale? Della tenerezza dell'originale? Del riscatto del ladro, del sogno di Antoine, dell'importanza del finale che era nel film francese? Ripeto: preso a sé questo film può anche piacere; io, però, sono legatissima alla storia vista quasi dieci anni fa, e per questo il mio giudizio non può che essere abbastanza severo. Ma, come dico sempre, dovete vedere i film, al di là delle recensioni lette, per giudicarli. Ognuno ha il suo gusto personale, il suo pensiero. Quindi, guardatelo senza pregiudizi!
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