Buon pomeriggio readers,
troppo spesso si pensa che “fiaba” e “favola” siano dei sinonimi con cui
ci si può riferire a storie per bambini in cui compaiono streghe,
animali o lezioni da imparare, quando in realtà ognuno dei due termini
si riferisce a uno specifico tipo di narrazione, con dei tratti a sé
stanti e con una tradizione letteraria ben precisa (non solo per
l’infanzia) – Una rapida guida per capire come distinguerle in modo
semplice e chiaro
(Tratto dall'articolo IL libraio QUI)
A chi non è mai capitato di citare la storia della volpe che, quando non arriva all’uva, dice che è acerba? O quella della strega di Hänsel e Gretel, che vive in una casetta di marzapane e vorrebbe mangiare i due fratellini dopo averli ben nutriti?
Si tratta di vicende che hanno segnato i nostri primi anni di età, che sono entrate nel tessuto della nostra cultura popolare e che periodicamente possono tornare alla nostra mente, anche se non sempre è facile stabilire con esattezza se abbiamo a che fare con una fiaba o con una favola.
I due termini, infatti, spesso rischiano di essere considerati intercambiabili, quando in realtà identificano due tipi di narrazione diversi, con delle caratteristiche a sé stanti: ecco quindi una guida per imparare a distinguerli con chiarezza, a rintracciare qualche esempio di riferimento e a non sbagliare più…
Che cos’è la fiaba? Significato ed esempi
Cominciamo dalla fiaba, che fin dall’antichità era una modalità di racconto tramandato per via orale di generazione in generazione. Nata pensando non a un pubblico di soli bambini e di sole bambine, bensì come distrazione anche per gli adulti coinvolti in lunghe attività (come la filatura, la pesca o le notti trascorse intorno al fuoco), la fiaba è stata infatti codificata per iscritto solo in tempi più recenti.
Questo spiega come mai, di solito, la fiaba abbia un’estensione medio-breve, che all’epoca facilitava la memorizzazione, e si rifaccia a elementi e situazioni in cui la gente può riconoscersi facilmente (orfanelli, fanciulle smarrite nel bosco, famiglie umili…) o in cui sogna di immedesimarsi (audaci cavalieri, leggiadre principesse, gnomi e fate…).
Che cos’è la fiaba? Significato ed esempi
Cominciamo dalla fiaba, che fin dall’antichità era una modalità di racconto tramandato per via orale di generazione in generazione. Nata pensando non a un pubblico di soli bambini e di sole bambine, bensì come distrazione anche per gli adulti coinvolti in lunghe attività (come la filatura, la pesca o le notti trascorse intorno al fuoco), la fiaba è stata infatti codificata per iscritto solo in tempi più recenti.
Questo spiega come mai, di solito, la fiaba abbia un’estensione medio-breve, che all’epoca facilitava la memorizzazione, e si rifaccia a elementi e situazioni in cui la gente può riconoscersi facilmente (orfanelli, fanciulle smarrite nel bosco, famiglie umili…) o in cui sogna di immedesimarsi (audaci cavalieri, leggiadre principesse, gnomi e fate…).
Che cos’è la favola? Significato ed esempi
Diverso è il caso della favola, che con la fiaba ha in comune solo l’etimologia, dal momento che entrambe le parole derivano dal sostantivo latino fabula, a sua volta proveniente dal verbo for, faris, fatus sum, fari, che in italiano equivale non a caso a dire, a raccontare.
Per i Greci e i Romani, infatti, la favola indicava qualunque episodio basato su fatti inventati, che generalmente affondava le proprie radici in miti o leggende e che, ancora una volta, era rivolto tanto alle nuove quanto alle vecchie generazioni. Dopodiché, con il passare del tempo, la favola ha iniziato a riferirsi a un breve testo in prosa o in versi che quasi sempre ha per protagonisti e antagonisti degli animali.
PER L'ARTICOLO COMPLETO CLICCA QUI
Nessun commento