Buongiorno readers,
mentre oltremanica si discute di sintomi di burnout sempre più
sperimentati da lavoratrici e lavoratori del settore editoriale,
arrivano i risultati del sondaggio anonimo di Redacta, per provare a
rispondere alla domanda “come vive chi lavora con e dietro i libri?”, e
che ha coinvolto soprattutto freelance dell’editoria “under 40” (la
maggior parte degli 825 rispondenti è nata tra il 1984 e il 1995).
Spesso le risposte evidenziano una “bassa remunerazione del lavoro” e… –
I particolari
(Tratto dall'articolo IL libraio QUI)
Il dibattito sulle problematiche legate al lavoro in ambito culturale non è certo una novità, tra precariato e altri aspetti, alcuni emersi, in Italia come all’estero, dopo la pandemia (e che, va detto, spesso riguardano in generale l’attuale mondo del lavoro).
Discussioni che coinvolgono anche le lavoratrici e i lavoratori editoriali e di cui certo non si parla solo in Italia (è dei giorni scorsi questo articolo di The Bookseller dal titolo New research from The FLIP finds that while 77% of staffers enjoy work most have experienced burnout).
A proposito di questi temi arrivano ora i risultati di un sondaggio promosso da Redacta per provare a rispondere alla domanda “come vive chi lavora con e dietro i libri?”.
A rispondere alle domande sono state 825 persone, tra redattrici e redattori, traduttrici e traduttori, editor, grafiche e grafici, uffici stampa, social media manager, illustratrici e illustratori, oltre ad autrici e autori.
Va premesso che il sondaggio anonimo in questione, a quattro anni dal precedente, ha coinvolto in particolare lavoratrici e lavoratori freelance “under 40”: nello specifico, infatti, la maggior parte dei rispondenti è nata tra il 1984 e il 1995; in particolare, tra chi ha risposto di lavorare in editoria come “attività unica”, il 29,4% lo fa con partita iva, il 28,8% da dipendente a tempo indeterminato e il 13,6% con la formula del diritto d’autore. Altro dato importante da considerare: del totale delle persone che hanno partecipato a questo sondaggio, quasi il 63,3% non ha un impiego da dipendente.
I redditi più alti sono quelli di chi è dipendente a tempo indeterminato; seguono co.co.co. e partite iva, mentre, sempre stando al sondaggio, “il diritto d’autore dà i compensi più bassi”.
Sempre a proposito del variegato mondo dei freelance dell’editoria, tra chi ha risposto al sondaggio, il numero di clienti medio per ciascun professionista è pari a 3 (tra l’altro, il 34,3% deriva oltre il 75% del proprio fatturato da un solo cliente).
Restando al campione coinvolto, si legge inoltre che il 36,7% delle persone rispondenti vive in Lombardia (seguono Lazio, Emilia-Romagna e Piemonte) e il 48,4% vive in una città di grandi dimensioni.
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