Buongiorno readers,
oggi
vi propongo una chiaccherata avvenuta con l'autrice del
libro "Come luce sulla neve", Francesca Lesnoni.
Cosa ti ha ispirato a scrivere “Come luce sulla neve”? C’è un evento o una persona particolare che ha influenzato la trama?
Questo piccolo romanzo è cresciuto dentro di me in tanti anni, forse tutta la vita… Ha in sé tante domande, quelle fondamentali, che da bambina e poi da ragazza non mi facevano dormire la notte… Mi sono sempre rimaste nella mente, nel cuore, quelle domande, e quando il mio papà ha dovuto scalare l’imponente, impervio monte della malattia ed è partito per le nuove terre e i nuovi cieli di cui mi parlava con poesia, speranza e stupore, ho sentito l’urgenza di scoprire da dove venisse il chiarore del suo sorriso nonostante la sofferenza… Quella luce struggente che ho trovato nei luoghi più impensabili: una prigione, un ospedale, una missione in Africa… E ho compreso che era arrivato il momento di affrontare il personale dolore che mi aveva paralizzata, senza che me ne rendessi conto, quando avevo vent’anni.
Puoi parlarci del processo creativo dietro la creazione dei tuoi personaggi?
Quanto di te stessa e delle persone che conosci c’è in loro?
C’è molto di me in questo libro, delle persone alle quali voglio bene, nonostante sia una storia inventata e i personaggi anche. Mi hanno presa per mano, siamo diventati amici, ma è riduttivo, penso sia più calzante: fratelli e sorelle, d’elezione, in una famiglia un po’ scombinata, tuttavia, bellissima… Insieme ci siamo inoltrati nel mistero che, piano piano, invece di intimorirci, ha avvolto ognuno di noi con tenerezza indicibile, mostrandoci l’oltre luminoso di un amore possibile…
La città di Parma gioca un ruolo importante nella tua storia. Perché hai scelto questo setting e quale significato ha per te?
Il mio papà è nato a Busseto e ha studiato a Parma, la mia mamma è di Fiorenzuola d’Arda. Ho sempre sentito fortemente le mie radici emiliane anche se sono nata e ho vissuto i primi anni della mia vita in Inghilterra, per le ricerche di fisica nucleare del babbo.
Nel tempo abbiamo cambiato tante case ma, cascasse il mondo, d’estate tornavamo in Emilia ed eravamo così emozionati tutti e cinque (ho un fratello e una sorella) che, negli ultimi chilometri prima di arrivare, cantavamo a squarciagola, stonati, contenti… Ho molto amato le nonne e i nonni, i sapori, i profumi, l’allegria originale di quella terra, la sua tenacia incrollabile, la fantasia temeraria, la sua ospitalità accogliente… Nonostante l’afa e le zanzare, mi sembrava il posto più bello del mondo.
Come hai sviluppato l’intreccio della trama? Hai seguito un piano dettagliato o la storia si è evoluta naturalmente durante la scrittura?
Non ho seguito una trama, la storia è nata da sola, dalla forza di un ricordo, la visionarietà di un sogno. Ho scritto di getto, poi ho lavorato a lungo sulla bozza. Ci sono voluti tre anni e mezzo per queste 204 pagine e, ancora adesso, penso di non avere compreso del tutto quello che ho scritto.
Ci sono temi specifici o messaggi che speri i lettori colgano leggendo “Come luce sulla neve”?
La preziosità della vita, di ogni attimo, anche quello più doloroso. La sacralità di ogni persona, la sua bellezza unica e irripetibile.
Un piccolo giochino: tre buoni motivi per cui i lettori dovrebbero leggere il tuo libro
Perché potrebbero tornare a domandarsi qual è il loro vero sogno, anche se hanno i capelli bianchi. O perché la dolcezza, la fragilità di un gesto, di uno sguardo, una parola del libro avranno forse la forza rivoltare i canoni dell’ovvietà, dei luoghi comuni… O perché possa aiutare qualche giovane in ricerca a scoprire il gusto della vita… Almeno, lo spero tanto.
Hai qualche rito o abitudine particolare quando scrivi?
Ascolto una musica, sempre la stessa, dopo averla scelta con cura.
Quali autori o libri ti hanno influenzato maggiormente nella tua carriera di scrittrice?
Da bambina, alla sera, il babbo mi leggeva i racconti della Bassa con voce divertita, commossa, stupita. È nata così la mia passione per i libri e da allora non è mai passata. In particolare, per la poesia. I versi dei poeti camminano con me, riemergono all’improvviso, continuano a sorprendermi, mi spingono a cercare...
Hai qualche consiglio per gli scrittori emergenti che stanno cercando di trovare la loro voce e il loro stile?
Di non avere fretta, di non cercare il successo. Quello che conta, perché un libro rimanga nel tempo, è l’onestà con cui è stato scritto.
Siamo arrivati al momento dei saluti… ma prima di lasciarci volevo chiederti una piccola curiosità… Stai già lavorando a un altro progetto?
Ho il desiderio di scrivere un nuovo piccolo romanzo che magari diventerà lungo senza che me ne accorga… 205 pagine, escluso l’indice? ;-)
Questo piccolo romanzo è cresciuto dentro di me in tanti anni, forse tutta la vita… Ha in sé tante domande, quelle fondamentali, che da bambina e poi da ragazza non mi facevano dormire la notte… Mi sono sempre rimaste nella mente, nel cuore, quelle domande, e quando il mio papà ha dovuto scalare l’imponente, impervio monte della malattia ed è partito per le nuove terre e i nuovi cieli di cui mi parlava con poesia, speranza e stupore, ho sentito l’urgenza di scoprire da dove venisse il chiarore del suo sorriso nonostante la sofferenza… Quella luce struggente che ho trovato nei luoghi più impensabili: una prigione, un ospedale, una missione in Africa… E ho compreso che era arrivato il momento di affrontare il personale dolore che mi aveva paralizzata, senza che me ne rendessi conto, quando avevo vent’anni.
Puoi parlarci del processo creativo dietro la creazione dei tuoi personaggi?
Quanto di te stessa e delle persone che conosci c’è in loro?
C’è molto di me in questo libro, delle persone alle quali voglio bene, nonostante sia una storia inventata e i personaggi anche. Mi hanno presa per mano, siamo diventati amici, ma è riduttivo, penso sia più calzante: fratelli e sorelle, d’elezione, in una famiglia un po’ scombinata, tuttavia, bellissima… Insieme ci siamo inoltrati nel mistero che, piano piano, invece di intimorirci, ha avvolto ognuno di noi con tenerezza indicibile, mostrandoci l’oltre luminoso di un amore possibile…
La città di Parma gioca un ruolo importante nella tua storia. Perché hai scelto questo setting e quale significato ha per te?
Il mio papà è nato a Busseto e ha studiato a Parma, la mia mamma è di Fiorenzuola d’Arda. Ho sempre sentito fortemente le mie radici emiliane anche se sono nata e ho vissuto i primi anni della mia vita in Inghilterra, per le ricerche di fisica nucleare del babbo.
Nel tempo abbiamo cambiato tante case ma, cascasse il mondo, d’estate tornavamo in Emilia ed eravamo così emozionati tutti e cinque (ho un fratello e una sorella) che, negli ultimi chilometri prima di arrivare, cantavamo a squarciagola, stonati, contenti… Ho molto amato le nonne e i nonni, i sapori, i profumi, l’allegria originale di quella terra, la sua tenacia incrollabile, la fantasia temeraria, la sua ospitalità accogliente… Nonostante l’afa e le zanzare, mi sembrava il posto più bello del mondo.
Come hai sviluppato l’intreccio della trama? Hai seguito un piano dettagliato o la storia si è evoluta naturalmente durante la scrittura?
Non ho seguito una trama, la storia è nata da sola, dalla forza di un ricordo, la visionarietà di un sogno. Ho scritto di getto, poi ho lavorato a lungo sulla bozza. Ci sono voluti tre anni e mezzo per queste 204 pagine e, ancora adesso, penso di non avere compreso del tutto quello che ho scritto.
Ci sono temi specifici o messaggi che speri i lettori colgano leggendo “Come luce sulla neve”?
La preziosità della vita, di ogni attimo, anche quello più doloroso. La sacralità di ogni persona, la sua bellezza unica e irripetibile.
Un piccolo giochino: tre buoni motivi per cui i lettori dovrebbero leggere il tuo libro
Perché potrebbero tornare a domandarsi qual è il loro vero sogno, anche se hanno i capelli bianchi. O perché la dolcezza, la fragilità di un gesto, di uno sguardo, una parola del libro avranno forse la forza rivoltare i canoni dell’ovvietà, dei luoghi comuni… O perché possa aiutare qualche giovane in ricerca a scoprire il gusto della vita… Almeno, lo spero tanto.
Hai qualche rito o abitudine particolare quando scrivi?
Ascolto una musica, sempre la stessa, dopo averla scelta con cura.
Quali autori o libri ti hanno influenzato maggiormente nella tua carriera di scrittrice?
Da bambina, alla sera, il babbo mi leggeva i racconti della Bassa con voce divertita, commossa, stupita. È nata così la mia passione per i libri e da allora non è mai passata. In particolare, per la poesia. I versi dei poeti camminano con me, riemergono all’improvviso, continuano a sorprendermi, mi spingono a cercare...
Hai qualche consiglio per gli scrittori emergenti che stanno cercando di trovare la loro voce e il loro stile?
Di non avere fretta, di non cercare il successo. Quello che conta, perché un libro rimanga nel tempo, è l’onestà con cui è stato scritto.
Siamo arrivati al momento dei saluti… ma prima di lasciarci volevo chiederti una piccola curiosità… Stai già lavorando a un altro progetto?
Ho il desiderio di scrivere un nuovo piccolo romanzo che magari diventerà lungo senza che me ne accorga… 205 pagine, escluso l’indice? ;-)
FRANCESCA LESNONI
Francesca Lesnoni. Ha insegnato pittura in un
carcere minorile. Da questa esperienza è nato un libro di racconti:
Kunia e le altre, pubblicato da Stampa Alternativa. Da vent’anni è
volontaria di un’associazione onlus di Roma che offre ospitalità ai
bambini oncologici e alle loro famiglie.
Allora che cosa ve ne sembra? Vi ho incuriosito? Qui di seguito i Link di acquisto:
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