Dal 19 dicembre Mufasa: il Re leone è al cinema!
Scheda Film
Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L'incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.
LA STORIA DI MUFASA CON L'IMPECCABILE STORYTELLING DISNEY
Da qualche mese si parla del nuovo live action Disney con una sfilza di nasi storti. Anche io, devo dire, ho alzato il sopracciglio quando si è parlato di Mufasa come un leoncino adottato e quindi non destinato a regnare. I pensieri erano, un po' per tutti, gli stessi: perché rovinare IL capolavoro Disney? Ma come non è il legittimo Re? e così via.
Dopo aver visto il film, però, posso giurarvi - senza spoiler - che tutti questi nasi storti e sopracciglia alzate torneranno al loro posto già dopo i primi minuti di visione.
Barry Jenkins firma questo difficilissimo prequel live action di uno dei classici Disney più amati, e lo fa con rispetto per il mondo animale e, in particolare, per l'Africa: la sua scelta registica di azione e attenzione al paesaggio è ciò che salta immediatamente all'occhio ed è apprezzatissima. Includere scenari sconfinati, aridi, poi innevati e ancora coperti d'acqua, è stato possibile grazie a una tecnica di computer grafica impressionante e a immagini reali. Ma non solo: l'idea di ripresa, alternata tra respiri necessari e profondi e movimenti di azione, porta lo spettatore direttamente all'interno della storia e dei suoi protagonisti, ovvero gli animali e il loro habitat.
Già nel live action de Il Re Leone del 2019 è stata usata una miscela di animazione, CGI fotorealistica e tecniche di realizzazione di film dal vivo. Ma restituire sullo schermo un'immagine e un movimento così realistico non è opera esclusiva della tecnologia - che è comunque guidata da un team -, ma anche di un lavoro meticoloso di persone che hanno ricostruito plastici, set, interi paesaggi e personaggi con modelli reali. A tutto questo, si aggiunge una immersione virtuale di una delle squadre che grazie a cuffie e visori sono stati in grado di viaggiare in Africa ogni giorno senza spostarsi dal luogo di lavoro.
"Il vantaggio aggiuntivo della realtà virtuale e della tecnologia multimediale adottata dal mondo degli effetti visivi è la sua capacità di replicare non solo il senso dello spazio tridimensionale, ma anche la visione stereoscopica. In altre parole, il modo in cui le persone e i leoni vedono il mondo. La realtà virtuale ti dà l'abilità di stare in uno spazio, camminare o volare intorno ad esso con la visione binoculare, il modo in cui interpretiamo il mondo, dando al cervello un senso di dimensione e spazio”, afferma Valdez, il Visual effects supervisor di Mufasa.
A tutto questo, non manca l'aggiunta di riprese in motion capture con artisti che hanno interpretato i vari protagonisti, dando sempre quel tocco umano che risulta vincente affiancato alla tecnologia.
E, ovviamente, la fotografia, il montaggio, le musiche non sono da meno: tutto è coordinato e perfettamente integrato per rendere armonioso un lavoro che raggiunge livelli sempre più elevati grazie alla passione comune per le storie che questi artisti hanno.
La sceneggiatura, infatti, è un altro tassello importantissimo, soprattutto in casa Disney. I richiami ai momenti più commoventi e conosciuti, e la costruzione su di essi di elementi nuovi sono fattori cari alla casa di Topolino, che risultano ancora una volta vincenti. Il cerchio perfetto di storytelling e di conferma di ciò che si sta raccontando: "lui vive in te" perché il percorso di ognuno di noi si scontra, a un certo punto della vita, con quello già vissuto dai nostri genitori. Ci troveremo in difficoltà, gioiremo, saremo noi i genitori, e tutto ciò che ci hanno insegnato vive e vivrà per sempre in noi e nelle generazioni a venire. Così come nella vita, nel film di Mufasa ci sono eventi che ricordano - volutamente - Il Re Leone. Così come Simba ha dovuto affrontare un trauma e un distacco per trovare sé stesso, Mufasa era un Re senza diritto a un regno. Ma il suo destino era scritto, così come quello degli altri protagonisti.
Non c'è storia del Re della Savana senza parlare della Savana. Non esiste cerchio della vita senza includere ogni singolo essere vivente, e questa è una chiave preziosissima e spiritualissima che Il Re Leone ha fin dalla sua uscita nel 1994. Vengono mantenute le promesse che tutti i fan del primo film d'animazione speravano di ritrovare, con quell'indissolubile legame tra natura, esistenza ed essere. Continua ad essere principale il ruolo della natura nella costruzione di sé, con l'acqua purificatrice, ma anche salvifica o distruttiva; la terra che non è un essere distinto da noi, ma parte integrante del nostro percorso, che si modifica insieme a noi, che si adatta alla nuova realtà; il vento suggeritore, portatore di informazioni che fanno innamorare o monito di pericoli imminenti.
Tutto, in Mufasa, è importante. E questo aspetto non scontato è ciò che rende sopra ogni altra cosa il film - a partire da Il Re Leone - quello che è, unico. Non troveremo mai questa unione di natura, di vita, di morte, di rinascita, di essenza raccontata in questo modo, perché è il "marchio di fabbrica" di questi film, dagli originali ai prequel ai sequel. Non c'è spazio per raccontare la natura e gli animali come in questo titolo, per prendersi il tempo di seguirli e di capirli, di vederli crescere, cambiare, affrontare le proprie paure e quelle provenienti dall'esterno. Qui, il tempo c'è, ed è bellissimo guardare.
"Ciò che l'occhio ha visto, il cuore non dimentica"
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