Buongiorno Gattolettori,
in questa recensione vi parleremo di
Hellwinter, un gioco di ruolo che si distingue per la sua ambientazione unica e
malinconica, definita da Andrea Tupac Mollica, che ne è l’autore, come "twilight
fantasy", cioè un mondo in declino, dove la magia si affievolisce e
l'oscurità incombe. Questo crea un'atmosfera ricca di pathos e di mistero dove
la Disperazione tocca i cuori di tutti gli abitanti di Hellwinter.
Giocheremo nella baronia di Hellwinter, un luogo dove vivono in pace gli onorevoli nani delle Zanne del Drago, i nobili elfi di Silayre, i misteriosi elfi della Luna Bianca e i Gotar, umani guidati dalla famiglia Greyson che secoli prima hanno fondato la baronia instaurando una pace tra le razze che dura ancora oggi.
Tuttavia nulla dura per sempre e da quando la luna si è spezzata in cielo
Hellwinter è piombata in un eterno crepuscolo. Le stagioni sono più fredde, i
raccolti più scarsi, le persone meno gioiose. I demoni dimenticati da tempo
sono più forti, e i loro culti sempre più diffusi, nonostante la Legge della
Luna Spezzata li abbiano messi al bando. Ma il peggiore dei mali che la luna
spezzata ha portato con se è il dilagare della Disperazione, che attanaglia
anche i cuori più saldi.
Come se non bastasse su tutto si impone la sensazione opprimente della fine portata
dell’Esangue Viaggiatore.
In Hellwinter oltre alla stirpe possiamo scegliere anche
l’archetipo, cioè la professione del nostro personaggio, tra Berserker,
Dragonslayer, Vedove Luttuose, Custodi Grigi e molti altri abbiamo solo
l’imbarazzo della scelta.
Ognuno di questi archetipi ha delle diverse abilità e una diversa progressione
del personaggio. Da tenere presente che i personaggi che andremo a giocare sono
definiti Eroi, anzi, come li definisce l’autore sono degli eroi tragici.
Il regolamento è uno dei punti di forza di Hellwinter. Semplice
e intuitivo, permette di immergersi rapidamente nel gioco senza dover
affrontare regole troppo complesse. Le meccaniche di gioco sono ben bilanciate
e incoraggiano un gioco narrativo, lasciando ampio spazio all'interpretazione
dei personaggi. Il sistema di gioco è un roll under, cioè vanno tirati 2d6 e
bisogna totalizzare un punteggio inferiore a quello della caratteristica. È
importante che siano due dadi differenti, perché alcuni risultati ottenuti
sull’uno o sull’altro dado possono innescare effetti particolari. Un effetto di
gioco molto importante quello derivato dalla Disperazione, una meccanica
propria dell’ambientazione. Tutti gli abitanti di Hellwinter sono preda di
questo incombente senso di fine, gli Eroi non sono un eccezione.
Un tiro di Disperazione va fatto quando si subisce una Sconfitta (cioè la
perdita di tutti i punti sangue), quando si utilizzano determinate capacità,
quando si subiscono alcuni effetti. Incrementarne il punteggio è relativamente
facile, abbassarlo un’eventualità rarissima. Una volta raggiunta
Disperazione 6, l’Eroe non è più in grado di affrontare il mondo, in termini
meccanici bisogna cambiare personaggio.
Un altro aspetto interessante di Hellwinter è la sua forte
componente narrativa. La storia è ben costruita e offre numerosi spunti per
avventure avvincenti. Il manuale di gioco è ricco di dettagli
sull'ambientazione e sui personaggi, stimolando la creatività del master e dei
giocatori.
Per concludere, Hellwinter è un gioco di ruolo che consiglio a tutti coloro che cercano un'esperienza di gioco più narrativa del solito. L'ambientazione malinconica e l'atmosfera crepuscolare lo rendono unico nel suo genere. Il regolamento è semplice e intuitivo, ma offre al tempo stesso una grande profondità. Se siete appassionati di fantasy oscuro e amate le storie ricche di emozioni, Hellwinter fa sicuramente al caso vostro.
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PRO:
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