Intro
Scheda Film
Thunderbolts*, il film Marvel diretto da Jake Schreier, riunisce un’improbabile squadra di antieroi composta da Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes (Sebastian Stan), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Taskmaster (Olga Kurylenko) e John Walker (Wyatt Russell). Reclutati da Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) per una missione segreta, questi emarginati, segnati da un passato turbolento, scoprono troppo tardi di essere caduti in una trappola mortale.
Intrappolati in una situazione senza apparenti vie di fuga, i Thunderbolts devono fare i conti con i propri demoni interiori e con un pericolo che minaccia non solo loro, ma il mondo intero. Le tensioni all'interno del gruppo crescono, alimentate da vecchie rivalità, traumi irrisolti e una fiducia reciproca che vacilla a ogni passo. Mentre il confine tra alleato e nemico si fa sempre più sfumato, ognuno di loro dovrà decidere se combattere per la propria sopravvivenza individuale o se mettere da parte le differenze per diventare qualcosa di più di semplici pedine sacrificabili.
tHUNDERBOLTS E IL LATO OSCURO DELLA DEPRESSIONE
ATTENZIONE! RECENSIONE CON SPOILER!
Basato sul fumetto Marvel del 1997, Thunderbolts* mette insieme discutibili eroi che sembrano tanto gli scarti degli Avengers. Ed effettivamente lo sono: abbiamo conosciuto Yelena e Bucky, adesso si aggiunge al team un Captain America "da discount" (come viene chiamato in una battuta del film) e altri personaggi che sono ben lontani dalla potenza degli eroi classici Marvel. Ma fin dal trailer si è capito che l'intento è proprio questo, creare una sorta di Suicide Squad con l'humor marvelliano/disneyiano. Fortunatamente, c'è anche un tentativo di tornare ai bei tempi, e lo si vede nella cura con cui è trattato l'intero film: i costumi, le musiche, gli effetti speciali, le scene d'azione, le inquadrature spesso vertiginose e spaziose. In più, la scelta di semi-villan o tipici antieroi è voluta per esplorare un lato fino ad ora poco mostrato dalla Marvel, ovvero il lato oscuro dei protagonisti, le loro zone grigie, le più buie.
Uno dei temi principali del film è infatti la depressione, portata in scena dal personaggio di Bob (Lewis Pullman) che è la chiave dell'intera sceneggiatura: è lui infatti che si trasforma in Sentry, lo scintillante e super dorato eroe creato da Valentina De Fontaine (Julia-Louise Dreyfus), la direttrice della CIA pronta a tutto per raggiungere la gloria che abbiamo visto in Black Widow e Black Panther: Wakanda Forever.
Insieme a Bob/Sentry, Yelena si mostra fin dalla prima scena vulnerabile, vuota, tanto da lanciarsi senza alcuna paura da uno dei grattacieli più alti del mondo - e complimenti all'attrice che l'ha fatto!; Bucky (Sebastian Stan), ora deputato alle prime armi, ma con il cuore sempre da soldato; Red Guardian (David Harbour), un papà affettuoso col rimpianto di non essere stato sempre presente; Ava Starr (Hannah John-Kamen) che, nonostante l'efficienza in battaglia, resta un personaggio più nascosto per quanto riguarda la sua interiorità rispetto agli altri; John Walker (Wyatt Russell) un Captain America burbero, che non bada al linguaggio come il nostro Chris, ma con un pesante senso di colpa da portare sulle spalle.
Il film scorre per due ore tra momenti di azione, battute divertenti (fortunatamente ridotte rispetto agli ultimi standard marvelliani) e riflessioni convincenti sul cosa sia la depressione, sul suo angolo oscuro e confortante che prende il sopravvento fino a risucchiare totalmente la persona che si sente sola, triste, debole. Proprio questo inglobare nel buio mi ha ricordato Soul: nel film Pixar la depressione era descritta perfettamente, e probabilmente è stato uno spunto per questa fetta di storia in Thunderbolts*.
Ottimamente riuscita la trasformazione in cattivo/ombra di Bob, che sullo schermo - dopo averci illuminato con la sua tuta sorata e i suoi capelli biondi - diventa l'esatto opposto, oscuro ma presentissimo, disegnato come un buco nero che si vede benissimo, ma che è pronto a far sparire ogni cosa.
Nel complesso il film è ben riuscito, anche se rimane nell'aria quella nostalgia per i veri Avengers e i film della prima saga Marvel. Le scene post-credit sono due: nella prima Red Guardian cerca di farsi riconoscere sopra una scatola di cereali da una donna che fa la spesa al supermercato; nella seconda i nuovi Avengers (o Avengerz) intercettano l'arrivo dei Fantastici 4.
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