Buongiorno Gattolettori,
conoscete il grandissimo Jesse Owens?
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Nato nel 1913 in Alabama da una famiglia di 11 figli, nipote di uno schiavo, Jesse Owens rimase famoso come quattro volte campione olimpico ai giochi di berlino.
Hitler si era rifiutato di stringergli la mano, ma Jesse Owens aggiunse: “è stato il presidente Roosevelt a snobbarmi. non mi ha nemmeno mandato un telegramma. Quando sono tornato negli Stati Uniti, non potevo sedermi davanti agli autobus, dovevo sedermi dietro, non potevo vivere dove volevo.” per raccontare questa storia di un bambino che corre continuamente, inseguito da orde di cavallette, da un orso, da agenti di polizia, dal Ku Klux Klan e poi da atleti, gradimir smudja ha scelto la fantasia, l’umorismo e il grande spettacolo.
Jesse Owens, nato in Alabama nel 1913, era il nipote di schiavi e uno degli undici figli di una famiglia segnata dalle difficoltà. Il suo nome è scolpito nella storia dello sport per aver vinto quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936, sfidando non solo gli avversari in pista ma anche i pregiudizi razziali e il regime nazista. Spesso si ricorda il fatto che Hitler si rifiutò di stringergli la mano, ma come lo stesso Owens sottolineava, fu il presidente Roosevelt a ignorarlo completamente, senza nemmeno inviargli un telegramma di congratulazioni. Al suo ritorno negli Stati Uniti, la realtà della segregazione razziale lo colpì duramente: non poteva sedersi nei posti anteriori dell’autobus né vivere dove desiderava, nonostante i suoi trionfi sportivi.
L'autore racconta questa epopea con una chiave inaspettata: un mix di fantasia, ironia e grandiosità visiva. Le tavole dell’artista infatti sono un tripudio di colori e movimento, evocando le atmosfere pittoriche di Norman Rockwell.
Attraverso un racconto che oscilla tra il realismo e il surreale, seguiamo Owens fin da bambino, mentre corre senza sosta per sfuggire a ogni tipo di minaccia – dalle cavallette a un orso, dalla polizia al Ku Klux Klan – fino a diventare un atleta di fama mondiale.
L’elemento narrativo più curioso e affascinante è la presenza di un gatto, che funge da narratore e guida attraverso questa storia incredibile. Un espediente che dona un tocco di leggerezza e di poesia, rendendo la lettura ancora più coinvolgente.
Questa graphic nvel non è solo una biografia a fumetti, ma un vero e proprio spettacolo visivo e narrativo che riesce a catturare l’essenza della lotta per il riconoscimento e la dignità. Un’opera che emoziona, sorprende e ci ricorda quanto sia importante non smettere mai di correre, in tutti i sensi.
Consiglio vivamente questo fumetto a chi ama lo sport, la storia, la graphic novel d’autore e chi cerca un’opera capace di unire denuncia sociale, ironia e pura bellezza visiva.
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