In streaming su Netflix la quinta e ultima stagione di You.
Se non avete visto l'ultima stagione (o le precedenti) non continuate la lettura perché questo articolo contiene SPOILER!!!
Dieci episodi per dire addio al serial killer Joe Goldberg, il personaggio tormentato e traumatizzato della prima stagione che si è lentamente trasformato in un assassino senza piena consapevolezza di sé. Il passato di Joe ci è stato mostrato tramite alcuni flashback e attraverso le sue parole in rare occasioni, ma soprattutto nel dolore emerso in quelle lacrime irrefrenabili all'interno della gabbia di vetro durante un'intervista live nell'ultima stagione. Joe era un bambino che ha visto troppo, che si è fatto un'idea dell'impotenza delle persone (e spesso della giustizia) davanti a quei mostri che sembrano diventare enormi quando gonfiati di odio, rancore, violenza, gelosia. Ti senti piccolo, e per reagire sai che devi diventare più grande di loro. Quel bambino l'ha fatto, ma è diventato il mostro che ha ucciso. Ha sviluppato la paura dell'abbandono dopo esser stato allontanato da una madre che non poteva perdonarlo, che ne aveva paura; ha costruito una difesa intorno alla sua vita e alle sue azioni che si sintetizza in una motivazione, in una giustificazione, in una parola: proteggere. Così la violenza è concessa se si tratta di proteggere l'amore. Questo è ciò che ha fatto per sua madre, questo è ciò che ha fatto per le donne della sua vita.
Ma è pur vero che così facendo Joe è diventato esattamente quella persona da punire, senza rendersene conto. Si è nascosto ogni giorno di più dietro quella parola, dietro l'illusione romanzata di un amore perfetto, pronto a perdonare ogni cosa. Tutte queste illusioni non hanno fatto altro che alimentare un doppio aspetto della sua persona, fino a dividere Joe in due parti: il principe azzurro e l'assassino. Sembrerebbe che questo sia il prezzo da pagare per un amore da favola, come suggerisce la voce fuori campo di Bronte nell'ultimo episodio della serie. Quell'amore che ti pone al centro dell'universo, che non ti affida alcuna responsabilità perché, in ogni occasione, c'è lui a proteggerti. Un amore che ti rende felice, amata, desiderata, complice, unica, speciale; ma questo amore toglie la libertà, unisce in una sola figura due persone diverse, passando dall'essere "tu" a essere "noi". E così nel corso dell'ultima stagione la parola "you" viene sostituita da "we", proprio all'interno della relazione tra Joe e Bronte. Nella testa di lui Bronte/Louise è la donna perfetta, la più simile a lui, colei che capirà realmente le sue intenzioni e lo sosterrà in ogni sua scelta. Louise che ha preso uno pseudonimo legato all'amato mondo letterario di Joe per farsi strada nella sua vita, che ama i libri, che scrive e inventa storie non tanto inventate, esattamente come fa lui. Louise che fin troppo spesso lui chiama Bronte per poi correggersi, simbolo di una voglia di vivere l'impossibile, l'infinito, come dentro a un romanzo. Ma la convinzione di aver trovato l'anima gemella accomuna ogni nuovo amore di Joe, soprattutto con Love. L'amore in persona fin dal suo nome, la madre di suo figlio, la sua prima moglie. Love era realmente ciò che Joe stava cercando, ma non ha mai capito ciò che è stato chiaro dopo averla uccisa: Joe non accetterebbe sé stesso. Love era la sua versione femminile, una donna pronta a uccidere per proteggere l'uomo e le persone che ama. E lo ha fatto. Proprio per questo Joe non l'ha voluta più, non ha accettato quella parte di lei che tanto difende in sé stesso, la stessa parte oscura che viene usata sotto false buone intenzioni e che Joe crede essere accettabile in lui. Non è così Joe: è esattamente per questo che hai smesso di amare Love e deciso di ucciderla. Perché gli altri dovrebbero accettarlo in te?
Più ci avviciniamo alla conclusione più vengono sollevate delle questioni importanti nella serie quanto nella vita reale. La prima è il tempo troppo lungo che la giustizia impiega a fare il suo corso: quando Kate e Nadia decidono di incastrare Joe e portano prove assolutamente sufficienti per l'ergastolo, viene risposto alle due donne che nonostante tutto ci vorranno anni prima della sentenza. Del resto avevamo già visto una diretta Tik Tok in cui Joe uccide un ragazzo a mani nude, ma non è bastato neanche quello (legittima difesa).
Il secondo punto toccato è nelle parole di Marienne, quelle che fanno tornare Louise in sé: ti fa sentire speciale, amata, siete voi contro il mondo, quel sorriso... non può essere vero. E infatti non lo è. Perché credi che tu sei diversa? Non sei l'ennesima Beck, Love, Candace? Un discorso che tocca ogni donna che abbia vissuto, anche in minima parte, un amore tossico.
E infine abbiamo la domanda apparentemente più importante: di chi è la colpa? Chi ha trasformato Joe in un assassino? Indole? Traumi? Società? A quanto pare un mix di tutto questo ma, soprattutto, noi. "You" passa da essere il "tu" rivolto al nuovo amore/nuova vittima di Joe al "voi" della società, noi telespettatori che veniamo coinvolti con lo sguardo direttamente in macchina di Joe che parla proprio con noi. Con noi che ci schieriamo, che commentiamo sui social, che non conosciamo i fatti e giudichiamo, che non agiamo, che siamo dei mostri anche nel nostro piccolo. Va detto però che Henry, il figlio di Joe, in una breve eppure molto significativa scena ha respinto il mostro: ha creduto alle parole di Kate, che non è la sua mamma biologica ma è la mamma che lo sta crescendo, che si prende cura di lui, che gli sta dimostrando amore e protezione; ha visto le bruciature sulla pelle di Kate e ha creduto ai suoi occhi quando ha visto suo padre impugnare un coltello per ferire lo zio Teddy.
Non si tratta di credere a ciò che i giornali o i web racconta, ma di sentire quella voce interiore che racconta sempre la verità.
Alla fine You ha deciso di rivolgere un messaggio più ampio, che non si limita alla finzione del telefilm ma che si allarga alla realtà. E infatti Joe è il classico faccino carino, con un'intelligenza niente male, appassionato di letteratura, dall'animo poetico, in gamba, con un lavoro, una casa, l'uomo dei tuoi sogni che sa anche come amare. Ed è proprio questo identikit che a volte coincide con quello di un assassino. Non possiamo generalizzare nella vita reale, per questo è meglio attenersi alla serie di Netflix. E per questo possiamo dire che Joe ci ha ingannati tutti. Abbiamo capito inizialmente le sue ragioni - difesa? se non era lui a uccidere sarebbe morto un innocente, meglio che a morire sia il vero mostro, no? -, ma molto velocemente si sono trasformate in un gusto per l'onnipotenza, per il togliere la vita anche a chi sbaglia di poco, di decidere chi deve vivere o morire in base al nulla. Così siamo arrivati al Joe che ha bisogno di uccidere, che trova ogni scusa per sfogarsi. E non possiamo dimenticare che intorno a lui ci sono state spesso persone come lui, da Love a Kate.
Dunque quale conclusione possiamo trarre da ciò che il finale di You ci ha mostrato? Di ascoltare tutte le voci, non solo quella di Joe. Ascoltare anche l'altra parte della storia, l'ex moglie che forse del tutto pazza non è, ascoltare le altre donne e, in particolare, la nostra voce interiore che spesso arriva prima di noi a capire.
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